Italia 2019
con Marco D'Amore, Giuseppe Aiello, Salvatore D'Onofrio, Gianni Vastarella, Marianna Robustelli, Martina Attanasio, Nello Mascia, Gennaro Esposito, Aleksey Guskov
regia di Marco D'Amore
Ciro di Marzio sopravvive al colpo di pistola di Genny Savastano e viene ripescato dagli scagnozzi del boss Aniello Pastore che, sfruttando la presunta morte di Ciro, lo invia a gestire i suoi traffici di droga in Lettonia. Appena arrivato l'Immortale si trova al centro di una guerra tra il boss russo con cui fa affari don Aniello e una banda locale che vorrebbe gestire in proprio il traffico di cocaina e Ciro dovrà decidere con chi schierarsi. Ad accoglierlo in Lettonia per conto del boss napoletano c'è una banda di magliari capeggiati da Bruno, una vecchia conoscenza di Di Marzio, quasi una figura paterna che aveva iniziato il giovanissimo orfano Cirù alla malavita. Affiorano i ricordi e conti con il passato ancora da chiudere...
Se poco più di una decina di anni fa Sky iniziava la produzione seriale ispirandosi ai film non necessariamente di grande successo come Non pensarci, oggi riesce a portare sul grande schermo uno spin-off della sua serie di maggiore successo, Gomorra.
Aveva ragione chi in quel commovente finale di stagione del 2017 leggeva nelle bollicine d'aria che uscivano dal naso di Ciro la prova che ancora una volta di Marzio era immortale, fedele al suo destino che lo volle unico sopravvissuto della sua palazzina nel terremoto dell'Irpinia del 1980.
Marco D'Amore, oltre che l'interprete principale è anche il regista del film: non è facile però farsi un parere sul suo lavoro in un'operazione come questa che ovviamente deve rispettare atmosfere e colpi di scena tipici della serie, cosa che a L'Immortale riesce benissimo.
Sicuramente buona la scrittura con il parallelo tra la storia del presente e il passato di fine anni '80: L'immortale qui si conferma qualcosa di più di un semplice spin-off sul personaggio più cupo di Gomorra: come ci insegna la tradizione dietro un cuore nero c'è sempre una persona delusa una volta di troppo.
Un richiamo alla letteratura classica ben congeniato che trasforma il film in qualcosa di più di un'operazione ponte verso la prossima stagione visto che si conclude con il ricongiungimento tra i due fraterni amici Genny e Cirù.
Bello il film e la tua recensione.
Non aspetto l'ora che arrivi la nuova serie
Scritto da: Roy | 02 maggio 2020 a 11:23