Lord of the Flies
GB 1963
con James Aubrey, Tom Chapin, Hugh Edwards, Roger Elwin, Tom Gaman, Roger Allan, David Brunjes, Peter Davy, Kent Fletcher, Nicholas Hammond
regia di Peter Brook
Durante una guerra nucleare i ragazzini di un college inglese vengono evacuati in Australia ma l'aereo precipita e solo una ventina di ragazzi si salva su un'isola deserta. Se il gruppo di naufraghi all'inizio è coeso e cerca di seguire delle leggi che ricordano quelle scolastiche, ben presto il gruppo dei cacciatori si ribella e, garantendo il cibo e la protezione da un fantomatico mostro che vive sull'isola, riesce a prendere il potere eliminando anche fisicamente gli elementi più ragionevoli che non si piegano alla regressione tribale della legge del più forte.
Tratto dall'omonimo romanzo di William Golding, Il signore delle mosche è il terzo film diretto dal regista Peter Brook, noto per il suo impegno teatrale. E' il primo di cui l'autore cura anche la sceneggiatura.
La trasposizione è fedele al libro, ponendo l'accento sulla nascita del totalitarismo che sfrutta e alimenta le paure della gente.
Da subito nel gruppo si scontrano la leadership di Ralph, il ragazzino che suonando la conchiglia richiama a se tutti i sopravvissuti e Jack, il capo gruppo dei cantori del college. Inizialmente viene eletto democraticamente Ralph e Jack sembra sottostare all'ordine stabilito. Quello che il ragazzino non sembra veramente tollerare è il rapporto di amicizia tra Ralph e Piggy, in italiano Bombolo, un ragazzino grassoccio e occhialuto il cui parere è tenuto in gran conto da Ralph.
Jack si assume da subito il ruolo di cacciatore oltre che l'impegno di badare al fuoco ma è indubbio che preferisce il primo al secondo e dopo aver lasciato spegnere il fuoco proprio mentre un aereo perlustra l'isola, si lascia trascinare totalmente dall'istinto più barbaro con la complicità del suo braccio destro Roger. Assodata la presenza del mostro, trasformano la testa di un maiale che hanno ucciso in un totem a cui sacrificare per tenere a bada le ire della bestia con cui convivono.
L'unico a non credere all'esistenza del mostro è Simon che va a controllare di persona l'effettiva presenza del mostro, scoprirà che si tratta del cadavere di un paracadutista ma quando scende per avvisare gli altri li trova in preda al parossismo di una festa dopo la caccia, esasperata da una notte di piogge e tuoni così viene scambiato lui stesso per il mostro e ucciso.
E'interessante come il regista racconti in maniera biblica l'ascesa al monte e la discesa con la conoscenza di Simon, mi ha fatto venire in mente Mosè che riceve i comandamenti e al ritorno trova gli israeliti che venerano il vitello d'oro. Purtroppo in questo caso non è la ragione a vincere ma l'uccisione di Simon rappresenta la completa perdita d'innocenza dei naufraghi. Solo Ralph, Piggy e i due gemelli fanno gruppo a parte mentre tutti gli altri sono succubi di Jack e i suoi accoliti che li convincono che il mostro ha preso le sembianze di Simon per ingannarli.
Se Simon rappresenta la purezza, Piggy rappresenta la ragione e, a causa dei suoi problemi fisici, diventa la prossima vittima del gruppo che gli ruba gli occhiali e quando si reca a reclamarli con i suoi amici viene ucciso da Roger. La prossima vittima designata è Ralph mentre i due gemelli sono costretti a far parte del gruppo. Il ragazzo si salva solo per l'arrivo dei grandi ma nella furia primordiale Jack ha incendiato tutta l'isola: le cacce non necessarie, la devastazione fine se stessa anticipano, non so quanto inconsapevolmente, la situazione attuale.
Con un taglio da documentario antropologico Brook ci racconta la regressione dei ragazzi attraverso la trasformazione dell'aspetto: le divise che si fanno sempre più lacere, le cappe nere dei cantori che li caratterizzano da subito come elementi pericolosi e i segni dipinti sul corpo di Jack che diventano più complessi e vistosi man mano che aumenta il suo dispotico potere.
Con un remake girato nel 1990.
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