Le Quai des brumes
Francia, 1938
con Jean Gabin, Michel Simon, Pierre Brasseur, Michèle Morgan, René Génin, Edouard Delmont, Kiki, Jenny Burnay, Raymond Aimos, Roger Legris, Robert Le Vigan
regia di Marcel Carné
Il disertore Jean arriva a Le Havre in cerca di un imbarco. Senza soldi, finisce al Panama, un locale lungo la spiaggia. Qui incontra Nelly una bella ragazza che Jean crede una prostituta. In realtà Nelly cerca di sfuggire alle attenzioni di Zabel, il suo tutore, un losco individuo che ha ucciso il suo fidanzato. La mattina seguente Jean e Nelly vengono infastiditi dal gangster Lucien e dai suoi scagnozzi ma Jean non esita a metterli a posto. La sera Jean schiaffeggia ancora pubblicamente Lucien poi s'imbarca per le Americhe ma prima di partire torna a salutare un'ultima volta Nelly e la salva da Zabel che muore nella colluttazione. Dopo aver promesso alla ragazza che appena sistemato le dirà dove raggiungerlo, Jeansi dirige verso la nave ma Lucien gli spara alle spalle.
Uno dei capolavori del cinema francese, firmato dalla coppia Carné-Prevert, tratto dal romanzo di Pierre Mac Orlan e non da quello di Simenon.
Una storia tragica che ben rispecchia i tempi, addirittura il film fu accusato di disfattismo e si essere una delle cause morali della vittoria nazista (cfr. Il Mereghetti).
Tutto rimanda alla tragedia incombente, già dal titolo la nebbia spessa della Normandia soffoca la speranza e nella fotografia di Eugen Schüfftan illividisce la città portuale.
Il Panama, locanda bizzarra come il suo omonimo gestore, sembra una essere un punto di speranza per i disperati: è lì che l'ubriacone conduce Jean quando scopre che è senza soldi, Panama non avrà nessun problema a rifocillarlo anche senza denari. Nella taverna si trovano i personaggi più disparati, sola in cucina c'è Nelly mentre al bar siede un pittore che dice di dipingere quello che c'è dietro le cose, di vedere un annegato in un nuotatore, ancora allusioni alla morte. Il pittore si suicida la notte stessa e lascia i suoi abiti e i suoi documenti a Jean che così potrà lasciare indisturbato la Francia con il primo cargo. Quella che sembra la soluzione ideale viene rovinata da Panama che, convinto di far bene, getta in mare la divisa del disertore che viene ritrovata non lontano dal cadavere di Maurice.
La fatalità, il caso la fanno da padrone e sono temi che dopo la guerra verranno mutuati dal cinema americano nel genere più famoso del periodo posto bellico, il noir.
Il guaio più grande però resta l'amore: Jean è già al sicuro sulla nave quando sente il bisogno di salutare per l'ultima volta Nelly, arriva giusto in tempo per salvarla dal viscido Zebel ma Lucien, il gangster che ha umiliato più volte in pubblico lo vede uscire dal negozio di Zebel e gli spara vigliaccamente alle spalle.
L'amore tragico di Jean e Nelly arriva al cuore del pubblico ma come in tutte le loro collaborazioni, Carné e Prevert sanno rivestire una trama popolare di sottili rimandi intellettuali e di simbolismi: basta pensare al cagnetto randagio che si appiccica al soldato appena lo incontra. Quando Jean scende dalla nave per l'ultimo incontro con Nelly, lo lascia legato in cabina ma prima che la nave parta, il cane riesce al liberasi e a fuggire e il film si chiude con questo simbolo di amore e fedeltà/lealtà che si allontana, forse in cerca di un'altra coppia di "amanti perduti" come Jean e Nelly.
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