Frank Sheeran dalla sua camera nella casa di riposo rievoca la sua storia nel mondo della mafia, da semplice camionista che rivende parte della merce si guadagna la fiducia del boss Russell Bufalino che lo presenta a Jimmy Hoffa, il più potente capo sindacato, nemico giurato dei Kennedy. Anche Hoffa prende a ben volere Sheeran, che diventa la sua guardia del corpo ma quando l'istrionico sindacalista diventa un ingombro pe la mafia sarò proprio Sheeran a doversi liberare dello scomodo amico...
Pur non essendo un capolavoro, The irishman è un film molto bello, affabulatorio: nonostante il ritmo lento ti lasci coinvolgere da tutte le storie di gangster e regolamenti di conti che circondano la trama principale. Un grande affresco malinconico di un mondo che fu, non la mafia che fu attenzione, Scorsese usa il genere che più gli è congeniale, il gangster movie, per far rivivere l'America dagli anni '50 agli anni '70 che è poi quella della sua giovinezza. Lo fa con gli attori amici di sempre, facendosi carico di un viaggio collettivo nel tempo.
In quest'ottica è giustificabile l'uso della computer grafica per ringiovanire i personaggi, ma se la tecnologia può ringiovanire un volto non riesce (ancora) a restituire il vigore di un corpo. Nella conversazione tra regista e attori principali, che segue la proiezione, Scorsese si dice soddisfatto dell'impegno con cui gli attori si sono sforzati nel muoversi con agilità, a mio parere la cosa non ha funzionato per nulla: nella scena in cui Sheeran va a pestare il negoziante che ha maltrattato Peggy, scena fondamentale perché la sensibile ragazzina inizia a capire la natura del lavoro del padre, nel pestaggio dicevo, per quanto ripreso da lontano, si vede che è un uomo anziano che scalcia un omone buttato per terra, come diverse volte si notano le spalline sotto le camice chiare che dovrebbero ridare imponenza al fisico un po' incurvato di De Niro. Per gran parte della visione ho cercato di trovare una motivazione a queste scelte perché faccio fatica a credere che Scorsese, in un film così costoso, cada su dettagli così evidenti ma se lui stesso si dice soddisfatto prendo atto e mi tengo i miei dubbi.
Ad impressionarmi in positivo non è stato il primo piano sequenza che ricorda Quei bravi ragazzi, ma quello nella galleria dove si trova il negozio da barbiere della sparatoria: la macchina da presa segue delle persone di spalle, poi improvvisamente torna indietro per seguire i veri killer che arrivano lateralmente li segue fin sulla porta poi si sentono solo gli spari mentre la macchina da presa indugia su un cuscino di rose rosse in una vetrina vicina: stupefacente.
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