Little Murders
USA 1971
con Vincent Gardenia, Elliott Gould, Marcia Rodd, Vincent Gardenia, Elizabeth Wilson. Lou Jacobi, Jon Korkes, Doris Roberts, John Randolph, Donald Sutherland, Alan Arkin
regia di Alan Arkin
Una mattina l'arredatrice Patsy si sveglia sentendo le urla di un pestaggio sotto le sue finestre, benché la violenza sia all'ordine del giorno, la ragazza chiama la polizia e poi interviene in difesa del malcapitato che però la lascia nelle mani degli assalitori e se ne va come se nulla fosse successo. La ragazza lo insegue per avere spiegazioni e Alfred dichiara di essere un "non curantista": intoccabile anche dalla violenza esercitata su lui medesimo. E' l'inizio di una stramba storia d'amore dove Patsy è determinata a far uscire dall'apatia il marito. Quando le cose sembrano smuoversi e Alfred inizia a lasciarsi andare, un cecchino spara alla loro finestra uccidendo Patsy...
Una caustica commedia nera che stigmatizza la società americana, dall'arte al consumismo, con particolare attenzione ai rapporti familiari: non bastasse l'esilarante l'omelia durante il matrimonio del pastore interpretato da Donald Sutherland, la famiglia viene mostrata con
con tutte le sue nevrosi: le isterie dei Newquist, già colpiti dall'omicidio casuale del figlio maggiore, nascondono la paura di affrontare la vita nella falsa aggressività del padre, nei discorsi fatui della signora Newquist, nell'ottimismo incrollabile di Patsy e i disturbi mentali del fratello minore Kenny a cui fa da contraltare l'anafettività della famiglia di Alfred che aveva perso i contatti con i genitori ed è inviato dall'arrembante mogliettina a riallacciare i rapporti con una serie di domande sulla sua infanzia a cui i Chamberlain non sanno rispondere perché dietro le loro argomentazioni di alta psicologia infantile, non ricordano nulla.
Il vero tema della pellicola è la passiva accettazione della violenza: gli omicidi casuali sono così frequenti che la polizia non sa più che fare (lo sfogo del tenente Practice interpretato dallo stesso regista) e quando Alfred sale in metropolitana con la camicia inzuppata del sangue della moglie nessuno gli fa caso.
Alfred si rifugia dai familiari della moglie che hanno subito provveduto a rafforzare la sicurezza mettendo delle persiane blindate alle finestre, dopo un periodo di annichilimento Alfred ricomincia ad uscire con la sua macchina fotografica e riprova ad inquadrare il mondo (aveva avuto successo come fotografo di cacche) poi, forse pensando che non c'è tanta differenza tra il mirino di una macchina fotografica e quello di un fucile torna dai Newquist con un fucile comprato “perché era in saldo” e in pochi minuti i tre uomini della famiglia ritrovano la sicurezza neanderthaliana -Alfred si batte il petto come uno scimmione- trasformandosi a loro volta in cecchini mentre la signora Newquist, con un espressione incredibilmente simile alla fantozziana signora Pina di Milena Vukotic, si dichiara contenta del ritrovato sorriso dei familiari.
Commenti