The Lodger - A Story of the London Fog
GB 1927
con Ivor Novello, June Tripp, Malcolm Keene, Marie Ault, Arthur Chesney
regia di Alfred Hitchcock
Mentre Londra è sconvolta dagli omicidi a cadenza settimanale di un serial killer, un ambiguo individuo affitta una stanza presso una pensione, Daisy, la bella figlia dei locatari finisce per innamorarsi di lui anche se sarebbe quasi promessa al detective che conduce le indagini. Il comportamento bizzarro del pensionante porta ben presto i genitori di Daisy e il detective a sospettare che sia il killer; ormai ammanettato l'uomo sfugge ai poliziotti ma rischia di essere linciato dalla folla...
Terza regia di Alfred Hitchcock ma il primo film che il regista riteneva pienamente suo nonostante i contrasti con la produzione: il futuro maestro del brivido avrebbe voluto lasciare il mistero sulla presunta colpevolezza del pensionante ma la scelta dell'affascinante divo Ivor Novello imponeva che fosse fatta chiarezza sull'innocenza del protagonista che allora Hitchcock trasforma in un martire: l'ombra degli infissi che gli disegnano una croce sul volto, la scena in cui il pensionante viene liberato dall'inferriata dove si era impigliato con le manette costruita come una deposizione.
Il tema dell'innocente sospettato ingiustamente -il pensionante è il fratello della prima vittima che ha giurato alla madre morente di scoprire l'assassino- diventa un tema portante della teoretica hitchcockiana, come l'ossessione per le bionde: le vittime sono tutte bionde, il pensionante non sopporta i quadri di ragazze bionde alle pareti della sua stanza (capiremo che gli ricordano la sorella) e l'insegna del locale notturno che promette riccioli biondi compare anche in lontananza dalla finestra della magione mentre i protagonisti si baciano nell'happy end.
Pur con qualche debito all'espressionismo tedesco nei giochi d'ombra e un volto deformato da un vetro tra la folla che commenta l'omicidio iniziale, Hitchcock si dimostra un geniale inventore di soluzioni visive: il pensionante che passeggia nella propria camera facendo tremare il lampadario al piano inferiore diventa una ripresa dal basso del protagonista che cammina su un pavimento di vetro, la diffusione della notizia dell'ennesimo omicidio a mezzo stampa anticipa quello che diventerà una scena classica del cinema americano: la rotativa che sforna il titolo del giornale. Hitchcock insiste e oltre alla stampa sottolinea la psicosi di massa anche con la diffusione della notizia via radio e tra i volti che si susseguono c'è anche quello della moglie Alma Reville.
Anche il regista si ritaglia un cameo, anzi due, è la prima volta e diventerà un marchio di fabbrica dei suoi film.
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