The Bad Seed
USA 1956, Warner Bros
con Nancy Kelly, Patricia McCormack, Henry Jones, Eileen Heckart, Evelyn Varden, William Hopper, Paul Fix, Jesse White, Gage Clarke, Joan Croydon
Christine Penmark è una casalinga felice, innamorata del marito, un ufficiale spesso via per lavoro, e con una figlia, Rhoda, che sembra la bambina perfetta. Eppure Christine è una donna fragile segnata da strane paure legate all'infanzia. Quando un compagno di classe della figlia affoga durante un picnic scolastico, la posizione della scuola nei confronti di Rhoda è piuttosto ambigua: senza formulare alcuna accusa, la bambina non verrà più ammessa al successivo anno scolastico. Christine trova nel portagioie della figlia la medaglia premio che il bambino affogato aveva vinto al posto di Rhoda e anche per la madre iniziano a farsi strada i sospetti. Una visita del padre di Christine porta alla rivelazione di quanto la donna ha sempre temuto: è stata adottata ed è la figlia di una feroce assassina. Christine teme che Rhoda possa avere ereditato gli istinti omicidi dalla nonna e ben presto la morte del tutto fare gliene da conferma. La donna, disperata, cerca di uccidere la figlia con una dose massiccia di sonniferi e poi si spara, i vicini di casa salvano madre e figlia ma per la piccola psicopatica il destino è comunque in agguato.
Robusto dramma tratto da una piece teatrale derivata a sua volta dall'omonimo romanzo di William March; nel libro muore la madre e la diabolica bambina si salva ma il retaggio del Codice Hays imponeva che un delitto non restasse impunito così il finale viene rovesciato: la madre si salva mentre la bambina, ossessionata dalla medaglia per cui ha ucciso il compagno, in una notte da tregenda va a cercarla sul lago dove la madre l'ha gettata e viene colpita da un fulmine, facendo avverare le parole di LeRoy, il tuttofare disturbato che aveva intuito la natura maligna della ragazzina e cercava di farle confessare l'omicidio del compagno paventandole il rischio della sedia elettrica.
Il giglio nero rientra in quel filone di drammi psicanalitici degli anni '50 del cinema americano che hanno scandagliato molti temi, in questo caso si affronta il tema dell'ereditarietà della natura psicotica: un serial killer diventa tale solo per effetto dell'ambiente o può ereditare geneticamente la tendenza ad uccidere nonostante cresca in un ambiente amorevole e protetto come succede alla piccola Rhoda? La risposta è che qualche raro caso di tendenze omicide congenite può capitare ma non mi pare che il film voglia sostenere questa tesi, anzi più volte viene ribadito dai medici che sono casi rarissimi e l'apertura sul pontile, scena dell'omicidio e del finale poco realista pongono la pellicola nella dimensione della favola nera.
Diretto da un vetrano di Hollywood, il regista Mervyn LeRoy, attivo già dal cinema muto, il film ha un impianto molto teatrale e forse il difetto più grave è nella recitazione un po' manierata, la lunghezza forse eccessiva di 130 minuti invece, si fa perdonare dal fascino malato della trama.
Commenti