Mai titolo di mostra fu più esaustivo: gli appassionati di stile liberty sanno che l'art nouveau assume diversi nomi a seconda della nazione/regione che lo declina in maniera differente. Art nouveau è l'espressione francese che caratterizza “l'arte nuova” che sul finire del XIX secolo ha attraversato l'Europa e non solo.
Gran parte degli oggetti in mostra alla Venaria Reale fino al 26 gennaio appartengono precisamente alla scuola francese e anche se le sezioni tematiche sono le stesse di altre mostre, il ruolo della donna, le prime star: Sarah Bernhardt e Loie Fuller, il rapporto con la natura e la nascita dell'industria ecc..., il materiale esposto non è il solito che gira nelle innumerevoli mostre che negli ultimi anni sono state dedicate a questo periodo artistico.
Anche Mucha che si solito spadroneggia e infatti si guadagna la locandina come artista di punta con la stessa immagine della mostra triestina del 2017, in realtà è poco presente rispetto ad altri artisti della grafica francese. La sezione grafica si rivela la più interessante dell'esposizione proprio per la presenza di opere inattese, ad esempio di Eugene Grasset, artista noto soprattutto per il calendario della Belle Jardiniere che impazza sui social, colpisce la crudezza de La Morphinomane.
Anche i bronzi sono un elemento di forza della mostra ma questo perché la tridimensionalità dell'oggetto esalta l'eleganza curvilinea caratteristica principale dell'art nouveau.
Ovviamente molto piacevoli anche gli arredi ma sicuramente presenti in misura minore rispetto agli altri oggetti.
Si chiude con una piccola sezione dedicata al liberty italiano nato proprio a Torino con l'esposizione del 1902.
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