The man who fell to earth
USA 1976
con David Bowie, Rip Torn, Candy Clark, Buck Henry, Bernie Casey, Jackson D. Kane, Rick Riccardo
regia di Nicolas Roeg
Il magnate Thomas Jerome Newton è in realtà un alieno arrivato sulla Terra in cerca di una salvezza per il suo pianeta morente. La sua multinazionale nata da un giorno all'altro sfruttando alcuni brevetti di avanzate tecnologie extraterrestri, attira le attenzioni della CIA e quando Tomas Jerome è ormai prossimo a tornare a casa grazie al progetto spaziale personale, viene bloccato e segregato in un appartamento lussuoso, umiliato e torturato dagli esperimenti medici, l'uomo finisce alcolizzato.
Un cult della fantascienza filosofica che rivelò il talento recitativo di David Bowie, qui alla sua prima esperienza attoriale: reduce dai successi glam della maschera di Ziggy Stardust, dismessa nel 1973; la magrezza e l'androginia di Bowie rendono credibile l'iconica trasformazione, o meglio il presentarsi senza trucco dell'alieno dalle pupille verticali.
L'uomo che cadde sulla Terra è un classico prodotto del suo tempo dove in un connubio quasi lisergico si mescolano i flussi di pensiero dei protagonisti, i ricordi del passato sul pianeta extraterrestre di Thomas Jerome Newton, immagini simboliche e molto nudo con scene di sesso abbastanza esplicite anche se piuttosto innaturali nelle pose a sottolinearne il valore metaforico.
La pellicola è visivamente affascinante ma un po' pesante da seguire, soprattutto per lo spettatore contemporaneo: alcuni vuoti nella sceneggiatura lasciano spazio a libere interpretazioni, ad esempio su chi abbia tradito il magnate della World Enterprises, il fedele autista, in realtà agente sotto copertura, o Nathan Bryce, lo scienziato con la passione per le studentesse, che fotografa di nascosto Jerome ai raggi X avendo intuito la sua natura aliena?
Quello che resta è il drammatico significato dell'opera, la discesa negli inferi dell'abbrutimento umano fatto di sesso e alcol, il potere soverchiante e la paranoia del complotto, la delusione della missione fallita ma soprattutto la solitudine che coinvolge tutti i protagonisti, non solo l'alieno, il diverso per eccellenza.
Anticipatorio il valore dei media: fuggito dopo anni dalla sua prigione, Jerome cerca di contattare il pianeta d'origine scrivendo un album musicale, nella speranza che le onde radio trasmesse nello spazio possano riportare il suo messaggio d'addio: significativo che la prima dipendenza sviluppata dal protagonista, anzi il motivo per cui l'alieno è in missione sulla Terra è l'aver ricevuto attraverso lo spazio le floride immagini del "Pianeta d'acqua", immagine che richiama tanto una delle prime motivazioni date alle emigrazioni di massa dei nostri tempi per cui i poveri arrivavano da noi attirati dalle immagini di benessere trasmesse dalla nostra televisione.
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