La Reine Margot
Francia 1994
con Isabelle Adjani, Daniel Auteuil, Jean-Hugues Anglade, Vincent Perez, Virna Lisi, Dominique Blanc, Pascal Greggory, Claudio Amendola, Miguel Bosé, Asia Argento, Julien Rassam, Thomas Kretschmann, Jean-Claude Brialy
regia di Patrice Chéreau
Per porre fine alle lotte di religione, Margherita di Valois viene data in moglie al protestante Enrico di Navarra ma il matrimonio non è propizio visto che la notte di nozze si trasforma della strage della notte di San Bartolomeo. Essendo il loro un matrimonio di puro interesse Margherita ed Enrico avevano già deciso di non consumare la loro notte di nozze ma mentre Margot è con il suo amante il duca di Guisa, Enrico, sapendo di essere in pericolo si reca dalla moglie proponendole un'alleanza che salvi lui dalla morte e offra loro la possibilità di diventare sovrani nonostante non siano i primi nella linea di successione. Enrico di Guisa che si era nascosto all'arrivo del re di Navarra, lascia Margot dopo una scenata di gelosia, allora la donna esce mascherata e ha un incontro furtivo con un giovane sconosciuto, un piccolo nobile al seguito di Navarra, Hyacinthe de La Môle. Quando inizia il massacro, Margot si ritrova davanti l'amante occasionale in fuga e decide di salvarlo è l'inizio di una passione travolgente che costerà la vita a de La Mole che pure riesce a portare a termine la sua missione: liberare Margherita dal Louvre e restituirla al legittimo marito riparato in Navarra.
Ispirato dall'omonimo romanzo di Alexandre Dumas padre il film punta più sugli aspetti passionali, l'amore tra Margherita e de La Mole piuttosto che sull'amicizia tra Carlo IX e Enrico di Navarra che nel romanzo sconfiggeva il fanatismo religioso.
Il romanzo di Dumas è il testo più noto che si basa sulla leggenda popolare della regina Margot, donna colta e prima donna francese a scrivere le proprie Memorie, viene dipinta come una donna lussuriosa ed incestuosa, Chéreau si attiene alla tradizione ma la sua Margot si salva conoscendo il vero amore con de La Môle, anche Carlo, come nel romanzo, trova una via di salvezza nell'amicizia con Enrico: il re di Navarra lo aveva salvato durante una partita di caccia al cinghiale e per riconoscenza Carlo aveva fatto quello che era in suo potere per salvarlo dalla furia dei Valois.
Caterina de Medici e i suoi figli sono il simbolo del male assoluto nascosto nel potere senza moderazione: l'intrigante Caterina ha come arma prediletta il veleno per liberarsi dei suoi nemici e non esita a calpestare la vita delle persone pur di raggiungere i propri scopi, ne è un esempio la Marchesa Charlotte de Sauve (Asia Argento) buttata tra le braccia di Enrico di Navarra fin dalla prima notte di nozze e sacrificata con un rossetto avvelenato nel tentativo di uccidere con il venefico trucco Enrico di Navarra, salvato da Margot in virtù del loro accordo.
Un altro tentativo di avvelenare Enrico porta alla morte di Carlo IX: Caterina fa avvelenare le pagine di un libro di falconeria e lo fa portare dal figlio minore, Francesco, nella camera del re di Navarra ma sarà Carlo a leggere il libro. Anche sul letto di morte del figlio Caterina non rinuncia ai suoi piani: vede che il libro apparteneva ai De la Mole e sfrutta l'occasione per attribuire l'omicidio del figlio regnante ai protestanti. Interpretata da una grandiosa Virna Lisi che vinse un meritatissimo premio a Cannes per la miglior interpretazione, Caterina de Medici è rappresentata come una figura maligna, vestita di nero, spesso nell'ombra, con qualcosa di vampiresco nella sua folle sete di potere.
L'ennesimo intrigo, l'avvelenamento del libro attribuito a De la Mole è quello che costa la vita al giovane che assieme ad Annibal de Coconas, prima suo nemico poi fedele compagno, viene decapitato. Margot se ne parte verso la Navarra con la testa imbalsamata dell'amato tra le mani.
Finale grandguignolesco per un film molto carnale, nonostante le molte le scene di nudo tagliate, l'interesse del regista non è per il sesso ma per lo strazio dei corpi, soprattutto la prima parte è un concentrato di scene di massa negli spazi angusti del palazzo del Louvre che trasmette un senso di claustrofobia e di tragedia ineluttabile che culmina nel massacro degli ugonotti, scene che hanno anche una valenza politica visto che nel 1994 si era nel pieno della guerra balcanica, guerra fratricida con motivazioni (?) non molto diverse da quelle delle guerre di religione francesi.
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