Italia 1947
con Aldo Fabrizi, Yvonne Sanson, Roldano Lupi, Alberto Sordi, Ave Ninchi, Nando Bruno, Folco Lulli, Galeazzo Benti
regia di i Alberto Lattuada
In una delle rare occasioni in cui fa vita notturna, il modesto impiegato Giovanni Episcopo conosce Giulio Wanzer un truffatore che finge di essergli amico per rubargli i risparmi. Wanser convince l'impegiato a lasciare la casa del collega da cui sta a pensione da anni per trasferirsi in una pensione, a suo dire, più elegante. Qui Episcopo s'invaghisce di Ginevra, la figlia di dubbia fama dell'albergatrice e amante di Wanser. Quando il truffatore è costretto a riparare in Argentina per sfuggire alla cattura, Episcopo si dichiara a Ginevra che accetta di sposarlo ma ben presto rivela la sua natura di donna leggera; a salvare il matrimonio è l'arrivo di un figlio, Ciro che diventa l'unica ragione di vita per Giovanni Episcopo. Quando dopo sette anni Wanser ritorna a riprendersi l'amante, Episcopo arriva all'omicidio purché il figlio continui ad avere una madre.
Se non fosse per il sentimentalismo filiale che inficia l'ultima parte, il film tratto dal romanzo Giovanni Episcopo di Gabriele D'Annunzio sarebbe davvero un lavoro notevole.
L'inizio è quello tipico del noir americano: la voce off che racconta mentre sullo schermo scorrono le immagini di una vita abitudinaria fino all'incontro con il destino che sconvolge un'esistenza. L'occasione per l'uscita di Giovanni Episcopo è festeggiare il nuovo vestito con i colleghi di lavoro che lo portano in un tabarin dove l'impiegato riceve una bicchierata in fronte dal Wanser che voleva colpire un altra persona. Mentre Episcopo viene medicato Wanser fruga nelle sue tasche e scopre che il timido impiegato ha dei bei risparmi a cui attingere, oltre che essere il cassiere della sua sezione dell'archivio di stato. Wanser viene mostrato con accenti e chiaroscuri mefistofelici e in breve il povero Episcopo diventa succube dell'amico seguendolo alla Pensione California gestita dalla madre della sua giovane amante, Ginevra. Se la fuga precipitosa di Wanser è come un'ombra che si allontana dalla vita di Episcopo, a perdere definitivamente l'uomo è l'amore per la donna, ancora un ritorno ai temi del noir con una sorta di dark lady che ha bisogno di un marito di facciata per giustificare i suoi comportamenti immorali, ricordiamo che la storia è ambientata nell'Italia umbertina d'inizio secolo.
Tutto cambia con la nascita del piccolo Ciro, anche gli stilemi cinematografici rientrano nella più consona tradizione italiana: un padre che perde il lavoro e si adatta a tutto per il figlioletto, una madre senza cuore che però quando il figlioletto sta male si ravvede, anche perché l'amante con cui voleva fuggire fino a cinque minuti prima è morto e non ha altro posto dove andare. Nella chiusa si delinea il destino dell'attrice Yvonne Sanson, futura diva di tanti melodrammi di Matarazzo in cui l'amore materno vince sempre sulle tentazioni e le avversità del destino.
Un altro aspetto interessante della pellicola è l'uso psicologico che Lattuada fa del neorealismo: molte scene sono girate in esterni e rispecchiamo lo stato d'animo della scena: l'opulenza barocca delle piazze romane nella notte di capodanno, la desolazione dei quartieri popolari quando Episcopo deve affrontare le delusioni della vita.
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