The Man Who Laughs
USA 1928, Universal
con Conrad Veidt, Mary Philbin, Olga Baclanova, Brandon Hurst, Cesare Gravina, Molnar Jr., Stuart Holmes, Samuel de Grasse, George Siegmann, Josephine Crowell
regia di Paul Leni
Re Giacomo II, prima di condannare a morte il ribelle ribelle Lord Clancharlie, lo informa che suo figlio è stato venduto ai comprachicos, gli zingari che sfigurano i bambini per farne dei mostri da baraccone: il volto del ragazzino è stato deformato in un riso perenne. Per far perdere le tracce del misfatto i comprachicos vengono banditi dall'Inghilterra ma il piccolo Gwynplaine viene lasciato a terra, vagando in una notte gelida il ragazzino trova una donna morta di freddo con un neonato ancora vivo che Gwynplaine porta con sé, i bambini vengono accolti dall'artista ambulante Ursus che si accorge che la neonata è cieca. Una ventina d'anni dopo Gwynplaine, l'uomo che ride, è un artista molto popolare, un giorno assiste allo spettacolo la duchessa Josiana, sorella della regina Anna che viene sedotta dalla mostruoisità del santimbanco e lo seduce. Gwynplaine non cede perché è innamorato di Dea ma la morte di Hardquanonne, il chirurgo che sfigurava i bambini per i comprachicos, rivela le nobili origini del giovane guitto e la regina, per porre rimedio al torto subito, vorrebbe fargli sposare proprio la duchessa Josiana ma ancora una volta Gwynplaine si ribella e torna dalla sua vera famiglia che intanto è stata bandita dall'Inghilterra ma l'uomo che ride riuscirà a ricongiungersi a Dea prima che la nave lasci l'Inghilterra.
Visto il successo de Il Gobbo de Notre Dame con Lon Chaney, la Universal decide di portare sullo schermo un'altra opera di Victor Hugo, il progetto ebbe diverse traversie ma fu realizzato nel 1928 affidato al regista espressionista tedesco Paul Leni che si era appena trasferito in America. Lon Chaney, già malato, rifutò il ruolo di Gwynplaine che andò all'attore tedesco Conrad Veidt, attore simbolo del cinema espressionista: è il Cesare de Il gabinetto del Dottor Caligari e aveva già lavorato con Leni.
Il film è anche un anello di passaggio tra cinema muto e cinema sonoro infatti, pur essendo un film muto con didscalie, ha alcuni inserti sonori: il sibilo del vento nella tempesta in cui Gwynplain trova Dea neonata e il rumoreggiare della folla in diverse scene corali, la più commovente ovviamente è quella in cui i saltimbanchi fingono di osannare l'artista durante una falsa rappresentazione per non fare capire a Dea che Gwynplain è stato ucciso.
La trasposizione è piuttosto fedele al romanzo e Leni avrebbe voluto rispettarne anche il drammatico finale ma poi fu convinto a scegliere il lieto fine anche se più che al trionfo dell'amore tra Gwynplaine e Dea lo spettatore (moderno?) è più preoccupato per la sorte di Homo, il cane che si è tuffato in mare riconoscendo l'amato padrone sulla riva, fortunatamente l'happy end è riservato anche a lui.
E' interessante notare come la vicenda del protagonista sia racchiusa tra due partenze dal molo: in apertura il bambino viene lasciato a terra dai comprachicos perché non c'è più posto sulla nave mentre nel finale Gwynplaine riesce a raggiungere l'ombarcazione dove ritrova l'amore e la libertà.
Che il personaggio sia l'ispirazione dichiarata di Joker, l'antagonista di Batman è notorio, meno indagati mi sembrano i rapporti con The Elephant Man di Lynch: Gwynplain che alla corte dei Pari osa ribellarsi al matrimonio imposto dalla regina per ridargli la nobiltà perduta gridando di essere innanzitutto un uomo ricorda il grido di Merrick ma L'uomo che ride è soprattutto un sottile gioco tra mostro e pubblico, la prima volta che lo spettatore s'identifica con un mostro che osserva chi lo acclama e soprattutto è incuriosito da Josiana cercando di capire se la donna si stia burlando di lui o sia veramente attratta dalla sua deformità: anche l'Uomo Elefante spia dal foro del suo sacco un'unumanità crudele.
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