Ivy
USA 1947, Universal
con Joan Fontaine, Patric Knowles, Herbert Marshall, Richard Ney, Cedric Hardwicke, Lucile Watson, Sara Allgood, Henry Stephenson, Rosalind Ivan, Lilian Fontaine, Molly Lamont, Una O'Connor, Isobel Elsom, Alan Napier
regia di Sam Wood
Nella Londra edoardiana, la bella Ivy Lexton, dopo aver dissipato il patrimonio del marito, vorrebbe divorziare e legarsi all'amante, il dottor Roger Gretorex ma il coniuge non è disposto a lasciarla andare. Quando conosce il ricco Miles Rushworth, la donna fa di tutto per sedurlo ma l'uomo, benché attratto da lei, la respinge perché sposata. Ivy decide di avvelenare il marito facendo ricadere la colpa sull'amante ma l'acuto ispettore Orpington riesce ad incastrare la donna appena prima che il giovane dottore venga impiccato.
Un giallo in costume, un ruolo da dark lady voluto da Joan Fontaine per scrollarsi di dosso l'immagine di donna debole tipica dei suoi più grandi successi.
La produzione è veramente grandiosa nelle scenografie e nei costumi, quelli magnifici della protagonista sono firmati Orry -Kelly.
Alla regia c'è Sam Wood, un veterano di Hollywood attivo già dai primi anni '20 che aveva diretto anche Valentino e che realizza scene interessanti con riprese dal basso verso l'alto, giochi d'ombre e di specchi per sottolineare la natura manipolatrice della protagonista.
Il film risulta comunque un po' prevedibile non ha mai guizzi particolari nonostante la buona prova degli attori. La scena introduttiva della chiromante che non ha il coraggio di dire a Ivy che ha previsto per lei un futuro di disgrazie, anticipa l'impossibilità di sfuggire alla sorte della protagonista e forse rovina la sorpresa di scoprire se la protagonista riesce a farla franca. Ovviamente no, del resto il personaggio risulta fin dall'inizio troppo antipatico per parteggiare per lei.
Strappa una risata l'inquadratura finale che rispecchia lo spirito horror della casa di produzione, la Universal, dopo che Ivy è caduta nella tromba dell'ascensore, prima dei titoli di coda compare un teschio avvolto dall'edera a sottolineare il destino e la natura mortale della protagonista.
Il film è stato presentato in concorso al festival di Cannes 1947.
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