Italia 1961
con Jeanne Crain, Edmund Purdom, Vincent Price, Amedeo Nazzari, Liana Orfei, Carlo D'Angelo, Alberto Farnese, Clelia Matania, Romano Giomini, Giulio Marchetti, Luigi Marturano, Piero Palermini, Umberto Raho, Gino Talamo, Adriano Vitale, Raf Baldassarre
regia di Fernando Cerchio
La bella Tanith, innamorata del giovane scultore Tumos, vive in una casa lussuosa assieme alla nutrice, convinta di essere destinata a diventare una sacerdotessa. Mentre Tumos raggiunge il principe Amenophis nel deserto per chiedere il suo aiuto per poter sposare Tanith, il faraone muore, la ragazza scopre così di essere la figlia del grande sacerdote di Amon, destinata fin dall'infanzia a diventare Nefertite, moglie del nuovo faraone, Tumos viene dato per morto da Benakon per eliminare ogni ostacolo alle nozze della figlia e il sovrano. Quando Nefertite scopre che l'amato è ancora vivo lo incarica di scolpire il famigerato busto per convincerlo di esser stata all'oscuro dei progetti matrimoniali con Amenophis, Tra Tumos e la regina rinasce la passione ma nel frattempo la latente pazzia del sovrano è esplosa e la sua scelta di di rendere religione di stato il culto monoteista di Aton scatena l'ira della casta dei sacerdoti che fomentano la ribellione del popolo contro il faraone. Ancora una volta, e stavolta per sempre, Tumos e la sua amata dovranno separarsi per salvare l'Egitto.
Film storico completamente travolto dallo sdolcinato melodramma sentimentale dell'amore impossibile tra la regina e lo scultore.
La produzione hollywoodiana è buona: musiche di Carlo Rustichelli, fotografia di Massimo Dallamano; fantasiosa nelle scenografie tutte ricostruite negli studi cinematografici romani mentre i costumi pagano un debito verso l'iconica Cleopatra di Cecil B.De Mille e quando Nefertite esce dal palazzo per parlamentare con il padre che guida la rivolta, indossa un abito e soprattutto un copricapo che deriva da quello del 1934.
Il cast pero, è decisamente fuori parte: Jeanne Crain può vantare un profilo simile a quello dell'immortale regina egizia ma non trasmette nessuna passione al pari di Edmund Purdom, attore americano spesso protagonista di film mitologici in patria o in Italia.
Anche il sempre grande Vincent Price si limita a un ruolo alimentare in cui punta solo sulla presenza scenica per impersonare il perfido Gran Sacerdote e riesce ad essere credibile nonostante l'assurda parrucca: se solo avesse immaginato che la battuta che rivolge alla figlia per svelarle il loro rapporto “sono tuo padre” una quindicina d'anni dopo sarebbe diventata una delle battute più celebri della storia del cinema!
L'unico che mette un po' d'impegno è il nostro Amedeo Nazzari, tormentato sovrano stanco di guerre che grazie al sacerdote caldeo Seper scopre il dio Aton, purtroppo l'accento sardo, storica pecca dell'attore, lo penalizza in un contesto di voci tutte doppiate da personaggi del livello di Nando Gazzolo o Pino Locchi.
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