The Old Dark House
USA 1932, Universal
con Boris Karloff, Melvyn Douglas, Raymond Massey, Gloria Stuart, Charles Laughton, Lilian Bond, Ernest Thesiger, Eva Moore, Brember Wills, Elspeth Dudgeon
regia di James Whale
In una notte da tregenda nella sperduta campagna scozzese, Philip Waverton con la moglie Margaret e l'amico Roger Penderel trovano rifugio in una vecchia casa, abitata da due singolari personaggi; poco dopo anche un ricco imprenditore e la sua amica sopraggiungono in cerca di riparo. Tra Penderel e Gladys è colpo di fulmine mentre si scopre di più sui bizzarri abitanti della casa e l'energumeno muto Morgan, il maggiordomo.
Dopo il grande successo di Frankenstein, il regista James Whale si dedica a questa commedia horror e nonostante la presenza di Boris Karloff nei panni dell'inquietante maggiordomo, il film ebbe scarso successo, soprattutto in America, tanto che già alla fine degli anni '50 il film veniva considerato perduto e nel 1963 il regista William Castle ne girava un omonimo remake; solo nel 1968 vennero ritrovati i negativi nei magazzini della Universal e ristampati.
Whale s'ispira a Il Castello degli spettri di Paul Leni nel cercare una commistione tra i toni da commedia brillante e le suggestioni horror, se il film non ebbe fortuna al botteghino di certo fu fonte d'ispirazione per molta cinematografia a venire basta pensare ad Arsenico e Vecchi Merletti dove Raymond Massey interpreta uno psicopatico con la faccia di Frankenstein: l'attore ne Il castello maledetto è il giovane marito di Margaret, la diafana bellezza che attira le attenzioni del mostruoso Morgan / Boris Karloff.
Le suggestioni del cinema espressionista sono notevoli: ho notato un'impressionante somiglianza tra il codardo Horace Femm e Lord Melo di Genuine firmato da Robert Wiene; pur derivando il proprio stile da quello espressionista, Whale si permette uno sberleffo quando Margaret, rimasta sola nel salone si mette a giocare alle ombre cinesi.
A funzionare ancora oggi è proprio lo scarto tra i personaggi: le persone che trovano rifugio nella magione dei Femm sono giovani e calati nel presente: la bella coppia alla moda e l'amico vivono di rendita mentre Sir William Porterhouse è un uomo che si è fatto da solo, vedovo si accompagna a una ballerina, Gladys Perkins in arte DuCane solo per avere compagnia, perché va bene essere in piena stagione Pre Code ma una ragazza, per essere impalmata da un ricco squattrinato, deve aver pure una parvenza di onestà anche se ammette di farsi mantenere dal ricco accompagnatore!
I cinque giovani in perfetto stile anni '30 riparando nella vecchia casa si trovano in una dimensione temporale avulsa dalla modernità dove regna ancora la superstizione, incarnata dalla vecchia Rebecca Femm, beghina intrisa di religione che ritiene il sesso la causa della sventura della famiglia e non esita a mostrare il suo disprezzo per le giovani donne che le sono piombate in casa.
Whale è bravissimo nel cogliere gli aspetti più ridicoli di questa figura, superlativa la scena della cena, e al contempo ne mostra il lato spaventoso: Rebecca deformata nello specchio mentre sproloquia su donnine compiacenti suggestiona Margaret inducendola a fuggire terrorizzata dalla stanza.
Anche Saul, il fratello pazzo liberato incautamente dall'ubriaco maggiordomo mostra un lato infantile quasi commovente prima di trasformarsi in un violento piromane e lo stesso Morgan che sublima nell'alcol le passioni suscitate dalla bella Margaret, rivela una profonda tenerezza verso il corpo di Saul, il pazzo che aveva sempre accudito.
Una curiosità: ad interpretare l'ultracentenario Roderick Femm fu scelta una donna, Elspeth Dudgeon accreditata però come John Dudgeon.
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