Italia 1981
con Valeria D'Obici, Bernard Giraudeau, Laura Antonelli, Massimo Girotti, Jean-Louis Trintignant, Bernard Blier, Sandro Ghiani, Saverio Vallone, Gerardo Amato, Alberto Incrocci, Francesco Piastra, Rosaria Schemmari
regia di Ettore Scola
Torino 1862, il capitano di cavalleria Giorgio Bacchetti ha una relazione con una donna sposata, Clara ma viene distaccato in una postazione di montagna dove gli ufficiali, per sfuggire alla noia si riuniscono nella casa del colonnello della guarnigione. Unica e misteriosa donna dell'avamposto, è Fosca parente del colonnello che vive con lui conducendo una vita molto ritirata a causa della sua salute cagionevole. Quando Bacchetti incontra Fosca come tutti prova ribrezzo per la sua bruttezza ma si sforza si esserle amico e la donna s'innamora di lui. Rifiutata la sua salute peggiora così il medico della guarnigione consiglia il capitano di fingere un po' d'interesse per la donna. Bacchetti accetta e tra lui e Fosca si crea un torbido legame per cui il giovane capitano arriva a lasciare l'amata Clara per Fosca, affascinato dalla forza dell'amore che la donna gli dimostra, abbandonando per lui ogni dignità e sfidando anche le regole sociali.
Dal celebre romanzo dello scrittore scapigliato Igino Ugo Tarchetti, Scola tra un film che trascende il tema dell'amour fou nella dimensione gotica.
Quando la pellicola uscì fece molto scalpore l'imbruttimento a cui si era sottoposta la protagonista Valeria D'obici che vinse un David Di Donatello e altri premi per la sua performance.
La bruttezza di Fosca va oltre la magrezza e la malattia nervosa in cui è caduta dopo una delusione d'amore, nelle fattezze della donna si può ravvedere il Nosferatu di Murnau e in fondo Fosca è una di quelle persone che vengon definite “vampiri psichici” per la capacità di assorbire l'energia di chi li circonda. La costruzione stessa del film avvalora la tesi: è Giorgio stesso a raccontare la sua storia con Fosca dopo alcuni anni e solo alla fine vediamo il protagonista/narratore ormai anche lui ridotto all'ombra di sé stesso, avventore di locali malfamati dove racconta il bizzarro amore che lo ha devastato.
Tutto nel film sottolinea l'atmosfera orrorifica: a parte i pochi momenti con Clara, il tempo è sempre uggioso, i discorsi tra ufficiali sono intollerabili per la loro ripetitiva acuità, le rovine di un castello fanno da sfondo delle poche passeggiate e del duello tra Giorgio e il colonnello, Fosca stessa è una presenza spesso evocata che si fa notare per la sua assenza dovuta agli improvvisi attacchi di malattia fino alla ferale apparizione.
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