The Curse of the Werewolf
GB 1961 Hammer Film
con Clifford Evans, Oliver Reed, Yvonne Romain, Catherine Feller, Anthony Dawson, Richard Wordsworth, Warren Mitchell, Ewen Solon
regia di Terence Fisher
Un mendicante arriva al castello di un nobile il giorno del suo matrimonio, per salvarlo dalle gradevolezze del marito, la sposa lo accetta come schiavo ma ben presto il poveraccio viene rinchiuso nella torre del castello e dimenticato; ad occuparsi di lui resta solo la figlia muta del carceriere e quando la ragazza rifiuta le avance del vecchio padrone viene rinchiusa in cella assieme al vecchio che la violenta. La donna uccide il marchese e fugge nel bosco dove viene ritrovata dopo alcuni mesi dalla governate del signor Corledo. Accolta in casa, la donna partorisce dando la luce un figlio proprio la notte di Natale, (presagio funesto) e strani fenomeni si manifestano il giorno del battesimo del piccolo Leon che ben presto rivela di essere un lupo mannaro...
Il solo film sui lupi mannari della Hammer s'ispira al romanzo The Werewolf of Paris di Guy Endore; perché L'implacabile condanna resti l'unica pellicola sui lupi mannari della celebre casa di produzione inglese lo spiega l'andamento molto lento del film che pur sviluppando un'idea originale della licantropia, fatica a trovare una sua peculiarità stilistica: quando si capisce la natura del piccolo Leon avviene mostrando dei canini da vampiro, anche le scene della folla inferocita all'inseguimento dell mostro richiama Frankenstein se non addirittura il Gobbo di Notre Dame visto che la morte della belva avviene in una torre campanaria.
A differenza de L'Uomo Lupo della Universal, la cui idea nasce dallo stesso romanzo di Endore, Leon non è afflitto da una maledizione ma la sua licantropia è congenita ed ereditaria, una tara morale nata dal vizio e dall'ignoranza: il mendicante che lo genera finisce dimenticato in galera perché si permette un augurio malizioso al marchese e alla sua sposa che si stanno ritirando per consumare la prima notte di nozze.
La madre di Leon è una povera ragazza destinata a subire ma che non esita a ribellarsi uccidendo il marchese che pensava di averla domata facendole passare una notte in cella, la fuga la vita randagia nel bosco non possono che esasperare gli istinti animaleschi della fanciulla e in Leon la licantropia emerge quando il ragazzino assaggia involontariamente il sangue di uno scoiattolo che il guardacaccia del paese aveva ucciso nel tentativo di insegnargli a sparare.
Lo stesso parroco del villaggio a cui Don Alfredo racconta le sue apprensioni sul ragazzo, spiega la licantropia come un fenomeno curabile con l'affetto quindi l'amorevole presenza di Don Alfredo tiene a bada il lato belluino di Leon che esplode quando il suo amore per la bella Cristina viene frustrato dato che il padre di lei, nonché suo datore di lavoro, vuole che la figlia sposi un possidente, l'alcol e l'eccitazione sessuale di una notte trascorsa in un postribolo porteranno Leon ad uccidere anche l'amico Josè e a far scoprire a tutti la sua “vera” natura.
Ad interpretare il licantropo c'è Oliver Reed al suo primo ruolo da protagonista, anche se entra in scena a metà film, dato che la pellicola si dilunga a raccontare la genealogia del mostro e la trasformazione avviene solo nella sequenza finale, l'attore,co,unque, grazie allala prestanza fisica, il collo sempre incassato tra le spalle possenti, riesce a rendere l'idea di una rabbia perennemente e faticosamente trattenuta.
Il film è ambientato in Spagna solo per poter utilizzare il set già pronto per un film sull'inquisizione che non venne realizzato.
Commenti