Cyborg 2087
USA 1966
con Michael Rennie, Karen Steele, Wendell Corey, Warren Stevens, Eduard Franz, Harry Carey Jr., Troy Melton, Sherry Alberoni, John Beck
regia di Franklin Adreon
2087: il pianeta è dominato da un manipolo di dittatori che governano grazie al controllo delle menti, derivato da una tecnologia scoperta nel 1966 dal dottor Marx. Un gruppo di ribelli che è riuscito a liberarsi dal controllo mentale, decide di inviare un cyborg indietro nel tempo perché convinca lo scienziato a bloccare i suoi studi. Garth riuscirà a conquistare la fiducia dell'assistente di Marx, la dottoressa Sharon Mason che lo mette in contatto con il dottor Zellar, un biologo che deve togliere il dispositivo che rende Garth rintracciabile dai controagenti che il governo ha subito inviato per fermare la sua missione.
Film di fantascienza senza infamia e senza lode, che deve la sua fama presso i cinefili alla trama che anticipa Terminator. La brevità della pellicola, 86 minuti, lo rende anche godibile per gli amanti del genere che sanno guardare con tenerezza ai costumi e agli effetti speciali risibili; qualche tocco divertente con lo scompiglio portato nella sonnolenta cittadina dall'arrivo dei cyborg e i tocchi sixties degli amici della figlia di Zellar che ballano scatenati e guidano vecchie auto elaborate.
Nel ruolo del protagonista ritroviamo Michael Rennie, il Klatuu di Ultimatum alla Terra (1951), ancora una volta l'attore britannico veste i panni di un alieno inviato sulla Terra nel tentativo di salvarla dai suoi errori, in questo caso il cyborg abituato a reprimere i propri sentimenti imparerà a lasciarsi andare e tornerà indietro per salvare Sharon torturata dai due rintracciatori.
Lo scontro fisico con i due rintracciatori ben si confà all'ambientazione nella cittadina abbandonata, che ricorda il set di Mezzogiorno di Fuoco
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