Born Yesterday
USA 1950 Columbia
con Judy Hollyday, Broderick Crawford, William Holden, Howard St. John, Frank Otto, Larry Oliver, Grandon Rhodes, Smoki Whitfield, Hekyn Eby Rock, Barbara Brown, Claire Carleton
regia di George Cukor
Il “re degli stracci” Harry Brock arriva a Washington in pompa magna per manipolare il congresso e farsi fare una legge ad personam, al suo seguito c'è l'amante, l'ex ballerina Billie Dawn, un'oca giuliva che Brock e il suo avvocato Jim Devery usano come testa di legno intestandole molti dei beni di Brock. Persino il rozzo re degli stracci si accorge che Billie è davvero troppo volgare per Washington e decide di farla istruire da Paul Verrall, un integro giornalista che lo ha intervistato. Tra Billie e Paul c'è una forte attrazione che il giornalista fatica a reprimere, dal canto suo la ragazza rimane affascinata dalla cultura, oltre che dal giovane, e scopre di essere intelligente e con l'aiuto dell'amato giornalista riesce a fermare gli imbrogli di Brock.
Deliziosa commedia di George Cukor rifatta nel 1993 con Melanie Griffith, Don Johnson e John Goodman. Tratta da una commedia di Garson Kanin che aveva come protagonista teatrale la stessa protagonista cinematografica, l'inarrivabile Judy Holliday che per questa prova vinse meritatamente l'oscar sbaragliando la Bette Davis di Eva Contro Eva e la Gloria Swanson di Viale del Tramonto diventando il prototipo della ragazza media americana e anche il modello meno noto di Madonna negli anni '80 che nel capello corto biondo platino di True Blue riprende proprio il look dell'attrice oggi dimenticata anche per la morte prematura a soli 44 anni.
La bravura di Judy Holliday è apprezzabile anche in italiano dato che Lina Morelli fece un incredibile doppiaggio della voce querula e sguaiata di Billie, rendendo perfettamente il personaggio anche se a volte si fatica a capire cosa dice, una scelta coraggiosa e vincente che permette di comprendere tutte le sfumatere della svampita protagonista che può essere insicura davanti alla cultura e al sentimento, aggressiva o spaventata con il compagno violento, perennemente ubriaca per sopportare la noia e la volgarità del re degli stracci.
La morale della pellicola è alta ed è da apprezzare la capacità di evitare la retorica di Cukor pur scomodando il Capitolo e tutti i grandi della Patria ma soprattutto è una morale molto scomoda ai nostri giorni, con l'impegno e la fatica tutti possono farsi una cultura che permette loro di riscattarsi: Billie smette addirittura di accettare passivamente “i quattro schiaffi” che ogni tanto Brock le assesta e mi sembra un messaggio più importante e realistico che accorgersi di essere proprietaria di metà dei suoi beni e ricattarlo affinché non truffi il popolo americano comprando i senatori corrotti.
Commenti