Mary, Queen of Scots
GB 1971 Universal
con Vanessa Redgrave, Glenda Jackson, Patrick McGoohan, Timothy Dalton, Nigel Davenport, Trevor Howard, Daniel Massey, Ian Holm
regia di Charles Jarrott
Alla morte del marito Francesco II, re di Francia, Maria Stuarda viene rispedita in Scozia dalla suocera Caterina de' Medici. Elisabetta I scorge subito il pericolo nel ritorno della regina cattolica e rifiuta il passaggio attraverso il suolo inglese. Maria sbarca quindi sulle coste scozzesi dove ad attenderla c'è il fratellastro Giacomo Stuart, protestante, che vorrebbe governare in vece della sorella lasciando alla regina un ruolo puramente simbolico. Mente i suoi fedeli consiglieri cattolici le cercano un marito cattolico che sappia difendere la sua causa, Elisabetta proprone alla cugina di sposare Robert Dudley, suo ex amante certa che Maria rifiuterà per cadere nelle braccia del giovane Lord Darnley come puntualmente accade. Il dissoluto Darnley non si accontenta del ruolo di principe consorte e fa assassinare Davide Rizzio, il consigliere papale della moglie ma poi tradisce anche i cospiratori protestanti finendo a sua volta ucciso. Nel frattempo Maria si è innamorata follemente del conte di Bothwell ma lo scontro con il fratellastro Giacomo non è favorevole alla coppia costretta all'esilio: Bothwell muore pazzo nelle prigioni danesi mentre Maria cerca rifugio da Elisabetta finendo sua prigioniera per un ventennio: la regina inglese rifiuta strenuamente l'idea di far giustiziare una regina consacrata ma Maria è un simbolo e per evitare la ribellione cattolica Elisabetta dovrà far giustiziare la cugina.
Secondo film del regista inglese Charles Jarrott che aveva debuttato nel 1969 con un altro film storico dedicato ad Anna Bolena, Anna dai mille giorni.
Maria Stuarda, regina di Scozia non è molto attendibile dal punto di vista storico, preferendo giocare con gli aspetti sentimentali della vicenda legati ai due matrimoni di Maria Stuarda a salvare il film ci sono l'ottima prova degli artisti, in primis le due protagoniste e la bellezza dei costumi.
Mentre Maria Stuarda del 1936, diretto dall'irlandese John Ford (che pure abbandona il progetto prima del completamento della pellicola) pende più dalla parte della regina scozzese interpretata da Katharine Hepburn, il film di Jarrott sembra più orientato a una rilettura favorevole a Elisabetta I.
Maria è sicuramente una dama raffinata e bellissima ma non educata alla politica e infatti le ultime parole che Elisabetta le rivolge dicono “Se aveste tanta testa quanto cuore al vostro posto ci sarei io”: le due regine rappresentano un modo opposto di interpretare il potere femminile: mentre Maria vede nella maternità la possibilità di affermare la propria stirpe e nel matrimonio un modo per ottenere alleanze utili alla sua causa, Elisabetta mette le sue esigenze femminili al secondo posto, dopo l'essere monarca e Jarrott esprime molto bene la specularità tra le due donne nel montaggio alternato, soprattutto nella scena iniziale: Maria in Francia, sul fiume con il marito che viene preso da uno dei malori che lo porterà alla morte e poi Elisabetta sul fiume, con l'amante Robert Dudley a cui arriva la notizia della morte della moglie e viene sospettato di averla assassinata per poter sposare Elisabetta; matrimonio e figli sono le parole a cui la regina inglese è allergica e che la convincono a procedere sulla propria strada più dei consigli del fedele Sir William Cecil.
Lo scontro epico tra le due regine è nuovamente in sala con Maria Regina di Scozia e ho notato una certa somiglianza tra la giovane Vanessa Redgrave e Saoirse Ronan, è interessante notare come sia il film del 971 che l'ultimo ruotino attorno agli incontri tra le due regine che nella realtà storica non si sono mai incontrate di persona.
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