USA 1934 Paramount
con Claudette Colbert, Warren William, Henry Wilcoxon, Irving Pichel, Joseph Schildkraut, Ian Keith, Gertrude Lawrence, C. Aubrey Smith
regia di Cecil B. DeMille
48 A.C.: Giulio Cesare è in Egitto per decidere le sorti del regno egizio conteso da Cleopatra e il fratello Tolomeo; Potino, consigliere di Tolomeo, rapisce Cleopatra e il suo fedele Apollodoro e li abbandona nel deserto minacciandoli di morte se tornano ad Alessandria. Cleopatra torna e seduce Cesare seguendolo nel suo ritorno trionfale a Roma. Quando Cesare viene assassinato, la regina è costretta a fuggire. Marco Antonio la raggiunge a Tarso per riportarla in catene a Roma ma cade a sua volta vittima del fascino della donna mettendosi contro Ottaviano e venendo abbandonato dalle proprie legioni. Quando vede Cleopatra andare a parlamentare con Ottaviano, Marco Antonio pensa che lo stia tradendo e si suicida gettandosi sulla propria daga. Visto che ormai tutto è perduto, Cleopatra si suicida con l'aspide seduta sul suo trono, impressionando anche da morta i conquistatori della città.
La versione del 1934 della storia di Cleopatra firmata da DeMille, è molto importante per diversi motivi, alcuni esulano la qualità stilistica , comunque buona, della pellicola. Innanzitutto è chiaro il debito che Cleopatra del 1963, il film che fece fallire la Fox e simbolicamente lo star system delle major, ha verso la pellicola di DeMille: la scena del tappeto con cui Cleopatra s'introduce nella tenda di Cesare e l'ingresso di Cleopatra a Roma che trent'anni dopo diventerà una macchina davvero faraonica.
La pellicola è il canto del cigno del pre-code, genere a cui Cecil B.DeMille diede molto negli anni precedenti con film d'ambientazione romana come Il segno della croce, anche se le maglie della censura si fanno sempre più strette, il cineasta riesce a rendere l'atmosfera di sensualità morbosa tipica del pre-code: il film si apre su un'ancella che sparge fiori e a prima vista la donna sembra a seno nudo mentre poi si capisce che è velata ma il gioco dell'immaginazione ormai ha avuto effetto.
Pur nascondendo gli amplessi e le scene di violenza, la morte di Cesare avviene fuori campo nascosta da una colonna davanti alla quale si accalca la folla inferocita, si capisce perfettamente quali siano le armi che Cleopatra usa per sedurre i grandi condottieri romani, non paga del suo fascino li avvolge in atmosfere morbose di schiave sensuali che offrono ostriche e perle, balletti sensuali e in queste riprese corali DeMille eccelle in tutta la sua grandiosità, la sequenza in cui Cleopatra fa segno di velare il letto in cui giace con Marco Antonio e il carrello inizia lentamente ad indietreggiare mostrando l'interno dell'enorme imbarcazione in cui si è svolta la seduzione, lascia stupiti ancora oggi.
Il film passa alla storia anche per i costumi e le scenografie poco fedeli alla storia ma un vero trionfo dell'art deco tanto che alla mostra londinese del 2002 una sezione era dedicata al materiale di scena di Cleopatra.
Il cast è notevole e molto eterogeneo, i protagonisti sono star in auge nel periodo, Warren William (Giulio Cesare) era soprannominato the king of precode, Henry Wilcoxon fu lanciato dal ruolo di Marco Antonio e la sua carriera durò fino agli anni '80, Claudette Colbert fasciata in memorabili costumi e copricapi scintillanti, spiana la strada alla fama che le darà nello stesso anno Accadde una notte, mentre nei ruoli secondari o di comparse si possono trovare molte future star o vecchie glorie del muto che De Mille non ha dimenticato.
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