USA 1984
con F. Murray Abraham, Tom Hulce, Elizabeth Berridge, Simon Callow, Roy Dotrice, Christine Ebersole, Jeffrey Jones, Charles Kay, Kenny Baker, Lisabeth Bartlett, Barbara Bryne, Cynthia Nixon
regia di Milos Forman
Il vecchio Antonio Salieri tenta il suicidio e viene internato in manicomio, al prete che va a confortarlo racconta il suo legame morboso con Mozart, il misto d'invidia e ammirazione ha condotto l'ormai dimenticato compositore alla convinzione di aver ucciso l'incomparabile rivale.
Tratto dall'omonima opera teatrale di Peter Shaffer che s'ispira alla leggenda del tutto infondata dell'invidia di Salieri tanto da avvelenare il suo rivale, il racconto indiretto della vita del celebre musicista ha il merito di diventare una riflessione sulla creatività e i suoi molteplici aspetti: tanto Mozart ha facilità nel comporre musica limitandosi a trascrivere su carta, senza bisogno di correzioni, la musica già perfettamente formata nella sua testa, così la carriera di Salieri è frutto di sacrificio e fatica, anche solo per convincere il padre ad introdurlo allo studio della musica. Per realizzare il proprio desiderio Salieri scende a patti con Dio a cui offre la propria castità, per Mozart la musica è il linguaggio naturale per esprimersi: l'infanzia da “scimmia ammaestrata” di bambino prodigio il cui talento veniva esibito in tutte le corti d'Europa, lo hanno reso un uomo infantile, dalla risata isterica, legato da un rapporto conflittuale al padre e che trova nella volgarità uno sfogo alla perfezione formale dell'infanzia che il genitore gli ha imposto.
Quando Salieri incontra Mozart, il compositore che più ammira al mondo, rimane sconvolto che un essere così volgare possa essere toccato dalla grazia divina di appartenere totalmente alla musica, il compositore di corte è conscio della propria mediocrità musicale si ritiene però una figura più adatta a rappresentare la grandezza della musica che invece appartiene a una persona che non sembra curarsi della fortuna che ha avuto.
Il rapporto che Forman mette in scena è molto più complesso e conflittuale della semplice invidia tra due musicisti, infatti culmina con Salieri che aiuta Mozart nell'ultima notte della sua vita, a scrivere la Messa da Requiem che egli stesso gli aveva commissionato dopo la morte di Leopold Mozart giocando sul senso di colpa del figlio e fantasticando di uccidere Amadeus e di far passare la Messa da Requiem come opera propria.
Si è sempre detto che se Mozart fosse vissuto ai nostri tempi avrebbe fatto del rock e Forman ammanta la breve vita del compositore dell'aura maledetta del rocker: le sue parrucche esulano da quelle filologicamente corrette degli altri personaggi e hanno un misto di punk o di glam rock, Mozart suona il piano come avrebbe fatto Elton John o Jerry Lee Lewis, è sguaiato come Johnny Rotten e la sua parabola discendente nell'alcol e la povertà ricorda le discese negli inferi della droga di tanti cantanti rock.
Anche l'amore con Constanze è di quelli morbosi e malati di tante rockstar; nella versione director cut uscita nel 2002 viene aggiunta la scena in cui la donna va a perorare la causa di Mozart proprio da Salieri e questi la invita nuovamente facendole intendere che dovrà ricambiare con favori sessuali ma scacciandola freddamente quando Constanze gli si offre.
Nella cameriera che Salieri introduce come spia a casa Mozart si può riconoscere una giovanissima Cynthia Nixon, la Miranda di Sex and the city.
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