Italia 2017
con Toni Servillo, Alessio Boni, Lorenzo Richelmy, Galatea Ranzi, Michela Cescon, Lucrezia Guidone, Daniela Piazza, Thierry Toscan, Jacopo Olmo Antinori, Antonio Gerardi, Greta Scacchi, Jean Reno
regia di Donato Carrisi
Il dottor Flores, psichiatra, viene svegliato di notte dalla polizia per un'urgenza: l'ispettore Vogel che aveva investigato su un recente fatto di cronaca accaduto in paese, è stato protagonista di un incidente in cui è morta la persona che aveva accusato e che poi è stata scagionata. L'ispettore dice di non ricordare nulla dell'accaduto e Flores inizia a farlo parlare del caso che lo ha portato ad Avechot: la scomparsa della sedicenne Anna Lou...
Non ho mai letto un romanzo di Donato Carrisi per cui sono stata piacevolmente sorpresa dalla profondità della trama: La ragazza nella nebbia non è il solito thriller che si conclude con la scoperta dell'assassino ma, ispirandosi a fatti di cronaca recente, il giallo diventa un pretesto per analizzare il coinvolgimento dei media nei casi di cronaca nera e il personaggio di Vogel è quello di un detective controverso che non esita a manipolare le prove per avvalorare la propria tesi accusatoria, già reduce da un clamoroso caso in cui la giustizia ha ordinato un cospicuo risarcimento alla persona che Vogel aveva portato in tribunale, l'ispettore non esita a ricorrere agli stessi mezzi per incastrare la persona che ritiene colpevole della scomparsa di Anna Lou e quando questa verrà scagionata arriverà ad ucciderla perché ha trovato una prova schiacciante della sua colpevolezza.
Teatrale e istrionico, come la recitazione di Tony Servillo, Vogel non esita a servirsi della stampa in particolare della spregiudicata giornalista Stella Honer che non si fa scrupoli nello scatenarsi contro l'ispettore quando i suoi impianti accusatori crollano.
Anna Lou è pochissimo presente in scena, come solitamente avviene sui social o nelle trasmissioni televisive dove il rispetto e la memoria della vittima passa in secondo piano per lasciare spazio agli umori della gente. Se nessuno si salva, neppure chi rappresenta la giustizia, il cattivo dev'essere all'altezza di queste aspettative ed effettivamente le motivazioni che portano alla morte della ragazzina sono decisamente sconvolgenti nella assoluta “banalità del male”.
Purtroppo il romanzo ha una doppia trama e un doppio finale, che probabilmente nel libro funzionano ma nel film finiscono per appesantire una storia che aveva già molto da dire e lo diceva anche bene. Per cui certi personaggi, come quello della vecchia giornalista Beatrice Leman risultano posticci e il colpo di scena finale che svela l'identità del killer soprannominato l'uomo della nebbia, non aggiunge assolutamente nulla anzi risulta ridondante perché quell'aspetto della trama non è stato portato avanti nel corso del film.
Per quanto riguarda la messa in scena sono rimasta un po' sconcertata dal fatto che il film sia stato girato in Trentino e in località molto note come il lago di Carezza quando il nome del paese, e la scelta di Jean Reno e Thierry Toscan (il protagonista de Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti) lasciano presupporre che Avechot sia un paese al confine con la Francia e sinceramente, benché siano sempre Alpi, quelle valdostane differiscono molto da quelle trentine. Sorvolando sui misteri delle Film Commission, Carrisi dimostra un certo gusto internazionale nella messa in scena, è un classico che l'esordiente cerchi di omaggiare i suoi referenti ma sono errori veniali che si perdonano volentieri.
Ho visto il film ma qualcosa non mi era stato chiaro.
Grazie al tuo blog ora ho capito!
Il film mi e' comunque piaciuto.
Scritto da: Roy | 23 novembre 2018 a 08:29