Italia 1980
con Christopher George, Catriona MacColl, Carlo De Mejo, Antonella Interlenghi, Giovanni Lombardo Radice, Luca Paismer, Michele Soavi, Venantino Venantini, Fabrizio Jovine, Luciano Rossi, Janet Agren, Adelaide Aste, Daniela Doria
regia di Lucio Fulci
Nello sperduto paesino di Dunwich un prete si suicida impiccandosi in un cimitero e a New York una ragazza che partecipa a una seduta spiritica visualizza la scena e cade morta. Il giornalista Peter Bell che indaga sulla strana morte della fanciulla si reca al cimitero appena in tempo per salvare Mary che era stata sepolta viva. La medium che aveva organizzato la seduta spirita spiega loro che gli avvenimenti erano già stati previsti dal Libro di Enoch, vecchio di quattromila anni e invita Mary e Peter a recarsi Dunwich, costruita sulle rovine della antica Salem per richiudere le porte dell'inferno. Intanto a Dunwich iniziano strani fenomeni: Emily viene trovata morta di paura e il fratellino dice di vedere il suo cadavere alla finestra, Sandra, una pittrice in analisi, trova il cadavere di un'anziana signora nel suo soggiorno e Bob, il capro espiatorio del paese, finisce per essere ucciso in modo orribile da Mr Ross. Quando Mary e Peter arrivano a Dunwych incontrano Jerry, lo psichiatra e con il suo aiuto decidono di aprire la tomba di famiglia di Padre Thomas, scoprendo che la cripta è un passaggio verso gli inferi; solo la definitiva eliminazione del prete può fermare il risveglio degli inferi... forse.
Primo capitolo della “trilogia della morte” a cui seguono ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà e Quella villa accanto al cimitero, l'horror splatter di Fulci si sarebbe dovuto intitolare La paura poi, le solite ragioni economiche della casa di produzione aggiunsero il riferimento ai morti viventi per sfruttare il successo del precedente Zombi 2, ma come sottolinea il titolo iniziale, a Fulci interessa mostrare i procedimenti della paura a discapito della trama estremamente frammentata e con troppi personaggi, quasi un inanellamento di una serie di brevissimi episodi costruiti attorno a un avvenimento spaventoso collegati da un senso logico a volte davvero esile.
Tra zombi che strappano la calotta cranica a mani nude e tempeste di vermi, la scena più cruenta non ha nulla a che fare con il fantastico, mi riferisco alla morte di Bob, il ragazzo strano della città tenuto a distanza da tutti per alcuni misteriosi fatti che riguardano la sua famiglia, solo Emily sembra volerlo aiutare ma la sua morte improvvisa a casa di Bob peggiora la situazione del ragazzo così quando Mr Ross lo trova insieme alla figlia pensa che la stia molestando e lo uccide trapanandogli la testa: gli esseri umani sono i veri mostri e non c'è bisogno di andare a cercare l'orrore nei meandri dell'inferno.
La cinica lezione di Fulci mescolata alla compiaciuta per non dire divertita insistenza dello splatter fa di Paura nella città dei morti viventi uno dei film preferiti di Tarantino che lo cita esplicitamente in Kill Bill nel risveglio dentro la tomba della Sposa e nella morte di Gogo i cui occhi lacrimano sangue come le vittime del film.
Finale aperto e molto bello: Gerry e Mary tornano vittoriosi dalla lotta contro gli inferi e corre loro incontro John-John, il fratellino di Emily che era stato affidato a una pattuglia di poliziotti, il sorriso dei due sopravvissuti si trasforma in una maschera di terrore staccando su un fermo immagine del bambino mentre l'obbiettivo si crepa e ricominciano le urla: il bambino è uno zombie? Oppure sono i poliziotti alle sue spalle a fare qualcosa di orrendo? La paura sta soprattutto nel non esplicitato.
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