Francia 1950
con Simone Signoret, Serge Reggiani, Simone Simon, Daniel Gélin, Danielle Darrieux, Fernand Gravey, Odette Joyeux, Jean-Louis Barrault, Isa Miranda, Gérard Philipe
regia di Max Ophüls
Un “maestro di cerimonie” introduce e indirizza la giostra dell'amore: una prostituta si concede gratuitamente a un soldato che la lascia in tutta fretta per rientrare in caserma, il soldato il sabato dopo, su suggerimento del trombettiere (primo travestimento del maestro di cerimonie) va a ballare e seduce una servetta, dopo essersi appartato con lei la lascia frettolosamente per tornare a ballare con un altra ragazza, Marie, che era uscita senza permesso, perde il lavoro ma dopo qualche mese ne trova uno migliore e mentre Franz le scrive tardive lettere d'amore lei si lascia sedurre dal giovane figlio dei padroni che però è innamorato di una rispettabile donna sposata. Alla fine Emma cede ma il ragazzo ha una defaillance, la sera a letto con il marito, Emma chiede se la sua educazione sentimentale sia avvenuta tra le braccia di una donna sposata, l'uomo piuttosto scandalizzato non nega ma si lancia in un discorso moralistico sull'onestà delle donne sposate, intanto seduce una giovinetta e la mantiene, ma la ragazza s'invaghisce di un poeta che vorrebbe partire con l'attrice che interpreta la sua opera ma saputo che la fanciulla lo ha atteso tutta la notte torna da lei, intanto l'attrice seduce un nobile conte per fare dispetto a un'altra attrice di cui l'uomo è l'amante, il giorno dopo però il conte non rispetta l'appuntamento e dopo una notte di bagordi si ritrova nella camera della prostituta con cui si era aperta la ronde.
Dalla piece omonima di Arthur Schnitzler, Max Ophüls trae quello che viene considerato il suo capolavoro: stilisticamente il barocchismo che caratterizza il suo stile trova uno squisito equilibrio nei movimenti di macchina sempre arditi ma mai pesanti e sempre al servizio della rappresentazione. La messa in scena molto teatrale si rivela molto moderna permettendo al regista salti temporali come il bellissimo viaggio nel tempo del maestro di cerimonie che accompagna Marie dalla delusione dell'abbandono di Franz al pomeriggio d'amore con il giovane Alfred qualche mese dopo.
Un'escamotage che non solo permette di saltare tempi morti ma mantiene il tono soavemente leggero ed ironico del film, una leggerezza perfetta per narrare gli approcci amorosi: Ophüls vuole raccontare solo la casualità dell'incontro e la facilità con cui tutti cadono nella tentazione amorosa. Dopo l'amore gli uomini sono quasi sempre frettolosi di andarsene mentre le donne supplicano per un altro incontro o un altro po' di tenerezza ma il regista non racconta mai il lato drammatico in cui può scadere questa situazione preferisce concentrarsi sull'urgenza di risalire sulla giostra dell'amore dove chi una volta è stato vittima può improvvisamente ritrovarsi carnefice.
Se l'amplesso non può essere mostrato per ovvi motivi, La ronde non evita di alludere a situazioni scabrose come da defaillance che furono considerate molto scandalose all'uscita del film: non solo Alfred non riesce ad avere un rapporto con Emma, giustificandosi con la troppa passione, ma probabilmente anche il Conte non ha fatto nulla o almeno nulla ricorda della notte passata con la prostituta Leocadie, mentre la notte precedente passata con l'attrice era stata così infuocata che per colpa di quello specchio sopra il letto che il maestro di cerimonie era dovuto intervenire e fare un taglio censorio alla pellicola, una soluzione molto ironica e graffiante.
Se non si può resistere alla pulsione amorosa e allora tanto vale viverla con leggerezza, il film, come l'opera di Schnitzler, si rivela profondamente caustico verso la società fondata sulla famiglia, vertice di questo girotondo amoroso ed Emma e Charles sono i due personaggi più ipocriti messi in scena: lei, modello di pubblica virtù coniugale, arriva all'appuntamento con due velette per evitare di esser riconosciuta, si finge ritrosa al punto che Alfred crede se ne sia andata ma la donna è già in camera da letto, il moralista Charles che tiene alla virtù della moglie al punto di imporle di rompere l'amicizia con altre signore nel caso Emma venisse a conoscenza di qualche loro infedeltà, ha ovviamente un'amante a cui vorrebbe far credere di non abitare a Vienna perché salvaguarda più la propria onorabilità che il sentimento.
L'episodio più complesso è il triangolo tra il poeta, l'attrice e il conte: forse perché abituati alla falsità della rappresentazione la passione tra Robert e l'attrice finisce prima di cominciare e anche l'opera di seduzione nei confronti del conte è più arzigogolata anche come messa in scena cinematografica. I sentimenti sono più schietti nei ceti più bassi sia nella rudezza di Franz sia nella naturale seduzione di Leocadie o Marie.
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