The Blue Dahlia
USA 1946 Paramount
con Alan Ladd, Veronica Lake, William Bendix, Howard Da Silva, Doris Dowling, Tom Powers, Hugh Beaumont, Howard Freeman, Don Costello, Will Wright
regia di George Marshall
Tornato dalla guerra, il capitano di marina Johnny Morrison scopre che la moglie Helen non solo lo tradisce ma la sua ubriachezza ha causato la morte del figlioletto. Nonostante l'impulso di uccidere la moglie, Johnny se ne va sotto la pioggia e gli viene offerto un passaggio dalla bella Joyce (ex moglie dell'amante di Helen). Quando la mattina dopo Helen viene trovata morta, Johnny è il primo sospettato ma anche Buzz, uno dei due fedeli sottoposti con cui ha fatto ritorno, ha incontrato la donna che per giunta ricattava l'amante...
Siamo agli inizi della stagione noir e La dalia azzurra non vanta ancora l'uso di una fotografia contrastata con i giochi di ombre di matrice espressionista che a breve diventerà la caratteristica estetica del genere; con una regia piuttosto anonima il film è tra i primi a raccontare il disincanto dei reduci, la sensazione di sentirsi in trappola senza poter fare affidamento alla giustizia e introduce la figura della dark lady: Doris Dowling (che avrà anche una carriera italiana a partire da Riso Amaro) è la classica donna perduta: insofferente alla vita matrimoniale e alla lontananza del marito, pur di partecipare a una festa si porta dietro il figlioletto che morirà nel viaggio di ritorno per un incidente causato dalla madre ubriaca. Si accompagna degnamente a Eddie Harwood, proprietario del night club che da il nome alla pellicola e ha un passato losco per cui ha cambiato nome ed Helen, che è a conoscenza del fatto, non esita a ricattarlo quando l'uomo vuole liberarsi di lei perché ancora innamorato della moglie la bella Joyce che lo ha lasciato perché non si trova a suo agio con gli affari poco puliti del marito.
La classica opposizione tra la bionda e la bruna ma quella di Joyce non è una figura angelica, grazie al fascino malinconico di Veronica Lake si gioca con l'ambiguità del suo personaggio e Johnny fatica a credere che la donna che lo ha aiutato sia casualmente la moglie dell'amante di Helen, sospetta piuttosto un intrigo per incastrarlo.
Poi c'è Buzz, il fedele commilitone di Johnny, ferito alla testa non sopporta la musica troppo ritmata e ad alto volume, che gli causa furiosi mal di testa e amnesie. Quando Johnny la lascia dopo aver scoperto la verità sulla morte del figlioletto, Helen chiama i suoi amici per cercarlo, risponde Buzz che si offre di aiutarla, la abborda senza conoscerla e ha uno scoppio di rabbia quando capisce chi è la donna che sta tentando di sedurlo.
La sceneggiatura originale di Raymond Chandler, l'unica scritta appositamente per il cinema nata da un romanzo non terminto, prevedeva che l'assassino fosse Buzz e tutta la prima parte del film indirizza verso questo colpevole ma poi la Marina fece pressioni e si dovette trovare l'escamotage del ricatto a Harwood per trasformare il gestore della Dalia Azzurra nell'assassino.
Il film è il terzo dei quattro girati dalla coppia Ladd-Lake, la loro perfetta alchimia cinematografica era nata per esigenze sceniche: furono messi insieme per la loro scarsa altezza.
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