Six Degrees of Separation
USA 1993 MGM
con Stockard Channing, Will Smith, Donald Sutherland, Ian McKellen, Mary Beth Hurt, Bruce Davison, Richard Masur, Catherine Kellner, Anthony Michael Hall, Heather Graham, Osgood Perkins, Anthony Rapp, Eric Thal
regia di Fred Schepisi
Una sera, nel lussuoso appartamento dei Kittredge si presenta un ragazzo di colore ferito, dice di esser stato rapinato e di essere il figlio di Sidney Poitier nonché compagno di università dei figli dei Kittredge che lo aiutano e restano affascinati dal suo charme ma la mattina dopo lo trovano a letto con un uomo e cacciano entrambi di casa. Ben presto vengono a sapere che ad altri abitanti dell'Upper East Side è capitata la stessa (dis)avventura e intuiscono che l'unico elemento che li unisce è che i figli hanno frequentato lo stesso liceo, scopriranno così chi ha raccontato a Paul tante informazioni su di loro ma la vicenda avrà nuovi risvolti che toccheranno profondamente soprattutto la signora Kittredge.
Tratto dall'omonima commedia teatrale di John Guare, il film mantiene una struttura profondamente teatrale soprattutto nella prima parte, ambientata nell'appartamento dei Kittredge dove la macchina da presa si muove con eleganza tra gli ambienti.
New York poi irrompe nel film con le scene ad Harward e a Central Park dove Paul incontra la coppia di giovani artisti in cerca di fortuna e si spaccia per il figlio ripudiato di Flan Kittredge.
Da città spumeggiante NYC si trasforma in squallida metropoli senza cuore nel sottofinale con l'arresto di Paul e la sua improvvisa scomparsa dalle vite dei Kittredge che alla fine non riescono più a trattare la vicenda come un curioso aneddoto con cui affascinare gli amici e rivelano quanto li abbia toccati l'incontro con quel bizzarro ragazzo, che rimane un enigma: sicuramente un giovane afroamericano povero, gay e occasionale marchettaro, forse con problemi mentali, che entra nelle vite dei ricchi newyorkesi quasi per curiosità senza rubare praticamente nulla, vista la fiducia con cui gli vengono aperte le porte.
Con dialoghi brillanti e graffianti Sei gradi di separazione sottolinea proprio la falsità dei rapporti umani: quando Paul viene creduto un ragazzo ricco, addirittura figlio di un divo del cinema, sono tutti ammirati dal suo fascino salvo definirlo con gli epiteti più volgari e razziali quando scoprono che non è chi dice di essere, certo, è la rabbia provocata dall'inganno, la paura di essere in mano a un malintenzionato ma i Kittredge non sono proprio delle mammole quando si tratta di trovare i soldi per i lori traffici ai limiti del lecito: vendono quadri di inestimabile valore fuori dai circuiti canonici per permettere evasioni fiscali e scavalcare i musei, servendosi dei soldi di personaggi come Geoffrey, il proprietario di miniere sudafricane che non potrebbe investire i soldi fuori dalla sua nazione.
C'è anche una satira sugli intellettuali: Flan Kittredge con la sua vastissima cultura sulla storia dell'arte è quasi commosso all'idea di avere una comparsata in Cats, il film che Sidney Poiter starebbe traendo dal celebre musical sui gatti.
Il fatto che il ragazzo si rifaccia vivo nonostante sappia di essere ricercato, che voglia stare coi Kittredge, tocca molto Ouisa che si sente scelta da questo ragazzo mentre i suoi figli le danno sempre contro, affascinata dalla teoria dei sei gradi di separazione, che sostiene che sei sia il massimo dei passaggi che separano ogni uomo sul pianeta, la donna è quasi tentata di andare oltre a tutti i preconcetti sulla razza, la posizione, gli stessi legami familiari e basarsi solo sulla piacevolezza della serata trascorsa con Paul ma come è lo stesso ragazzo a ricordarle, la vita è come il quadro di Kandinsky dipinto su entrambi i lati: ordine e disordine.
Ottimamente recitato da tutto il cast, il film valse una nomination agli Oscar a Stockard Channing, la celebre Rizzo di Grease e fu la pellicola che mise in luce il talento di Will Smith.
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