Italia 1963
con Antonio Petruzzi, Stefano Satta Flores, Sergio Ferranino, Luigi Barbieri, Flora Carabella, Mimmina Quirico, Enzo Di Vecchia, Marisa Omodei, Manlio Blois, Enrica Chiaromonte, Rosanna Santoro, Rosetta Palumbo
regia di Lina Wertmüller
Il racconto della sonnolenta provincia pugliese vista attraverso le vite di alcuni giovani venticinquenni, in particolare Antonio, il figlio del notaio, indolente studente di legge e Francesco, geometra, seguiamo i loro approcci con l'altro sesso e i tentativi di cambiare la propria vita: Francesco partecipa all'iniziativa di aprire una cooperativa mentre Antonio ha la possibilità di finire l'Università a Roma, ospitato da alcuni zii ma tutto si risolve in un nulla di fatto.
L'esordio alla regia di Lina Wertmüller viene presentato come uno spaccato della provincia meridionale; bene, posso assicurarvi che anche qui nel profondo nord la situazione è la stessa: prevalenza di interessi egoistici, sistematica demolizione di ogni progetto o iniziativa personale o per l'interesse comune, perché i difetti stigmatizzati dalla regista sono tipicamente italiani e rivedere oggi le scene in cui la signora romana interroga i pugliesi sui loro rigurgiti fascisti è sconvolgente: 55 anni dopo sui social possiamo leggere le stesse risposte.
L'unico aspetto ad essere migliorato è la condizione femminile e il rapporto tra i sessi, temi ben analizzati dal film: la voce narrante del film è quella di Maddalena, la donna che ha l'idea della cooperativa tra piccoli coltivatori in cui cerca di coinvolgere anche Francesco e per ottenere consensi per l'iniziativa si rivolgono ad altre figure femminili importanti del paese: la donna medico, di bassissima estrazione sociale che ha imparato a leggere a quattordici anni ed è riuscita a laurearsi ma chi la loda viene subito rimbeccato dalle allusioni sui metodi usati dalla donna per fare carriera, e la ricca possidente terriera stimata per il nerbo con cui ha dominato i contadini senza mai dare confidenza a nessuno: è originaria di Ferrara e dopo una vita passata in paese viene ancora considerata forestiera, il suo prestigio è in ribasso perché l'unico figlio sposato con una ballerina conosciuta a Roma, è stato abbandonato dalla moglie, stufa di vivere chiusa in casa e anche se nessuno l'aveva praticamente mai vista era diventato il sogno proibito di tutto il paese che favoleggiava sulle sue grazie.
L'abbordaggio di Francesco anche per conto dei due amici nei confronti delle due cugine è un capolavoro di commedia all'italiana e regala anche un ottimo momento di cinema con la ripresa straniante dei due ragazzi che camminano lungo la scalinata, I Basilischi denota anche un grande talento visivo della Wertmüller con i campi lunghissimi del paese a testimoniare l'immobilità civile e storica.
I basilischi del titolo sono le lucertole che stanno immobili al sole come i giovani protagonisti che non hanno il coraggio di prendere in mano la loro vita, ma i basilischi sono anche gli animali mitologici dallo sguardo che impietrisce e soprattutto Antonio che ha avuto modo di conoscere una relatà diversa ma non di affrontarla sembra essere impietrito dopo aver guardato in fondo a se stesso.
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