Det sjunde inseglet
Svezia 1957
con Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Bengt Ekerot, Nils Poppe, Bibi Andersson, Inga Gill, Maud Hansson, Inga Landgré, Åke Fridell
regia di Ingmar Bergman
Di ritorno dalla crociata in Terra Santa, il cavaliere Antonius Block trova sul suo cammino la Morte, per guadagnare altro tempo da vivere il cavaliere la sfida a scacchi proseguendo il suo viaggio verso il castello dove lo attende la moglie che non vede da dieci anni, attraversando una terra devastata dalla peste e prendendo sotto la propria protezione una famiglia di ingenui saltimbanchi.
Il più noto film del celebre regista svedese di cui oggi ricorre il centenario della nascita è in realtà un lavoro girato in fretta visto che il produttore che in un primo tempo aveva rifiutato di sovvenzionare il lavoro tratto dalla piece teatrale dello stesso Bergman, Pittura su legno, accettò di produrre il film solo dopo il successo a Cannes del precedente Sorrisi di una notte d'estate ma fissò un limite strettissimo per finire le riprese: 30 giorni.
Nonostante la penuria di mezzi e di tempi, Il Settimo Sigillo resta un film iconico, la partita a scacchi tra il cavaliere e la morte è nota anche a chi non ha mai visto il film.
La potenza visiva di Bergman espolde nella trasposizione medievale di una serie di personaggi dal simbolismo fortemente accentuato: la fede dubbiosa del cavaliere, la ragione quasi cinica del suo scudiero, la grazia pura di Jof e Mia, gli unici a salvarsi dalla falce della Morte, grazie anche al sacrificio del cavaliere spiccano in maniera indelebile nel confronto con gli altri personaggi del film che rappresentano aspetti violenti, tragici e crudeli della vita ma c'è anche il tocco scherzoso del fabbro Plog, tradito dalla moglie con il saltimbanco Skat.
La fotografia è un altro punto di forza della pellicola un bianco e nero che sa rendere la durezza di un mondo sconvolto dalla peste attraverso i contrasti di luce, le scenografie di rami contorti, di grate per arrivare da aprirsi alla dolcezza luminosa del pasto a base di fragole e latte appena munto offerto da Jof e Mia per finire con la rivisitazione della Danse Macabre vista in lontananza dal visionario Jof nella scena finale quasi conciliante: che si tema la morte o la si ignori essa ci cammina accanto tutta la vita fino all'incontro così temuto risolto in un ballo quasi allegro che stempera i timori che ci hanno attanagliato tutta la vita, sia che si creda che la Morte sia il nulla sia che si pensi che sia il passaggio a un nuovo stadio dell'esistenza.
Salve.
Per cortesia, posso inserire questa Recensione "in prima pagina", cioè nel Commento dove appare il Post che ho trovato sulla mia Home ? Grazie.
Scritto da: Romolo Cappola | 11 novembre 2019 a 19:59
certo, scusa leggo solo adesso ma continuo a litigare con la connessione del computer fisso, faccio quasi tutto dal cell e non vedo i commenti
Scritto da: ava | 20 novembre 2019 a 04:08