Italia 1915
con Miss Evelyn, Alfred Lind, Trude Nick
regia di Alfred Lind
Per la mostra SoundFrames sabato scorso, 7 luglio, si è tenuta una proiezione molto interessante nell'Aula del Tempio del Museo del Cinema, ovvero la musicazione dal vivo del film del 1915 Il Jockey della Morte diretto e interpretato dal regista danese Alfred Lind
Il sovraintendente del castello di Castelroc avvelena il conte Raul e affida la figlia neonata a dei circensi per poter ereditare la proprietà. Dopo quindici anni si presenta al castello il giovane Henri, figlio di un fratello del conte che era stato allontanato dalla famiglia per il matrimonio con una ballerina. Non sapendo della morte del fratello chiede che almeno il figlio venga rintrodotto nel suo rango. Il sovrintendente finge di accogliere il ragazzo ma in realtà ne vuole la morte ma il progetto fallisce e il ragazzo resta solo ferito. Alloggiato nella camera del vecchio conte, Henri trova nella testiera del letto un messaggio in cui Raul de Castelroc denuncia di essere avvelenato. Chiesti lumi al vecchio servitore, Henri scopre un passaggio segreto e i vestiti della contessina che si voleva rapita dagli zingari. Henri decide di ritrovare la cugina e ben presto scopre che è una giovane trapezista angariata dai presunti genitori. Tra mille peripezie e fughe rocambolesche i due giovani riconquisteranno il loro status e l'amore.
Il regista danese Alfred Lind in trasferta italiana gira questo feuilletton tutto ambientato a Milano (la casa produttrice era la milanese Vay) ricco di colpi di scena e fughe rocambolesche tra tetti, ponti e ferrovie offrendo una grande testimonianza di Milano e i dintorni nei primi anni '10 del secolo scorso.
Se la trama e alcune situazioni oggi risultano risibili, bisogna pensare che il cinema aveva appena compiuto vent'anni e le prodezze ginniche al circo o in fuga sono girate senza effetti speciali e riescono ancora a tenere col fiato sospeso e chissà se Spielberg si è ispirato a questa scena per le biciclette volanti di E.T.!
Per entrare in contatto con la cugina Henri si fa assumere dal circo come cavallerizzo e si esibisce con un inquietante (ancora oggi) costume da scheletro perché la mascotte dei Castelroc è un vecchio scheletro dentro un'armatura che il sovraintendente ha fatto gettare in cantina ma che Henri e il servitore si portano dietro e sarà proprio con l'aiuto del macabro portafortuna che si arriverà al lieto fine.
a musicazione è stata molto interessante una partitura originale che puntava sui suoni bassi, molto ritmata per sottolineare le scene più concitare, un uso di strumenti classici come il contrabbasso decisamente insolito nello strisciare le mani sulla cassa armonica: uno spettacolo nello spettacolo.
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