Juste la fin du monde
Francia 2016
con Gaspard Ulliel, Nathalie Baye, Léa Seydoux, Vincent Cassel, Marion Cotillard
regia di Xavier Dolan
Luis, giovane drammaturgo di successo che ha rotto i ponti con la famiglia, torna a casa per una visita dopo dodici anni, per annunciare ai familiari che è in fin di vita. L'incontro procede tra imbarazzi, e tensioni mai sopite.
L'ultima fatica dell'enfant prodige Xavier Dolan, premiata a Cannes 2016, conferma il talento del regista canadese non ancora trentenne, certamente con la macchina da presa. Ho apprezzato lo stile fatto di primi piani molto ravvicinati, sfocature, sonorità a tratti sovrastanti altre volte ridotte a brusio di sottofondo, scelte che sottolineano la fatica del tentativo di ritrovarsi mentre la mente si perde distratta dalla noia o per rincorrere i ricordi, un modo contemporaneo ma efficace per rinverdire il melodramma famigliare, tematica portante delle opere di Dolan.
I rapporti familiari sono sempre complicati, anche quando sono distesi, cercare di ricostruirli dopo dodici anni di lontananza è un'impresa praticamente impossibile, soprattutto in una famiglia disfunzionale come quella di Luis, composta da una madre, Martine, sguaiatamente felice per il ritorno del figlio, un fratello maggiore, Antoine che esterna con la rabbia e la violenza il sentimento di inferiorità verso il successo del fratello, la sorella più piccola Suzanne cresciuta quasi senza conoscere Luis, trasformandolo in una figura da mitizzare.
Al pranzo di famiglia partecipa anche Catherine, la cognata insicura con cui Luis instaura subito un rapporto di simpatia fatto più di sguardi e vicinanza di sensibilità che di parole; eppure di parole ce ne sono tantissime nel film: tediosi racconti del passato, confidenze, litigi... parole però vuote che non riavvicinano i Knipper e neppure spiegano allo spettatore il motivo dell'allontanamento di Luis: certo può essere che una persona con sensibilità e interessi profondamente diversi dal nucleo famigliare se ne allontani senza che ci sia una causa scatenate eppure per tutto il film permane la sensazione che ci sia qualcosa di non detto, lasciato in sospeso, nel passato della famiglia Knipper, e anche l'annuncio che Luis era venuto a fare si perde nel gioco delle recriminazioni anche se credo che tutti, a partire da Catherine quando chiede “quanto tempo?” abbiano intuito il perché della visita ma preferiscano, per l'ennesima volta, restare nelle loro dinamiche di sfida ed evitare di affrontare il problema.
Commenti