USA 1924 MGM
con Lon Chaney, Norma Shearer, John Gilbert, Tully Marshall, Marc McDermott, Ruth King
regia di Victor Sjöström
Lo scienziato Paul Beaumont si vede rubare i risultati della ricerca a cui ha dedicato la vita dall'amico e mecenate, il Barone Regnard che dopo essersi preso i meriti del lavoro di Beaumont davanti all'Accademia delle Scienze, gli ruba anche l'adorata moglie, Marie. In entrambe le occasioni Beaumont viene schiaffeggiato e deriso quindi per sopravvivere alla follia l'uomo si ricicla come clown in un circo dove diventa un celebre clown in un numero in cui prende gli schiaffi. Quando nel circo arriva la bella cavallerizza Consuelo, figlia di un nobile decaduto, non è solo l'aitante Bezano ad innamorarsi di lei ma anche il He, il clown che prende gli schiaffi, che scoperto lo squallido matrimonio d'interesse per la figlia organizzato dal conte Mancini proprio con il Barone Regnard, si prende una mortale vendetta.
Uno dei capolavori del cinema muto e del cineasta danese Victor Sjöström: la settima arte non ha nemmeno trent'anni e fa riferimento al mondo circense, dello spettacolo ambulante in cui è nata e al melodramma: il tema di Ridi pagliaccio sottolinea i momenti più critici della vita di Beaumont. Un'opera in grado di commuovere ancora oggi che riflette sulla futilità e sul dramma grottesco dell'esistenza, sottolineato dal clown che fa girare la palla che per sovrimpressione diventa il globo terrestre.
Stanco e stremato dagli studi, Beaumont non è in grado di accettare che il giorno del suo trionfo accademico si trasformi in quello più brutto della sua vita: deriso dai colleghi, abbandonato dalla moglie il tutto per opera dell'uomo che credeva suo amico e protettore il Barone Regnard. Beaumont per una grottesca legge di contrappasso trasforma quegli schiaffi che ancora gli bruciano sul volto nella costante della sua vita e diventa un clown che prende gli schiaffi per far ridere la gente.
L'equilibrio precario del clown si spezza con il nuovo amore nato per Consuelo, colpito dalla dolcezza della ragazza che si offre di rammendargli il cuore di pezza, He si dichiara alla fanciulla nel tentativo di salvarla dallla corte del Barone, viene deriso e schiaffeggiato ancora una volta ma Consuelo, pensando a uno scherzo, lo fa con tale grazia che il clown accetta definitivamente il suo destino e organizza una vendetta mortale (che torna piuttosto simile in Vendetta d'Oriente) contro Regnard e Mancini per poi morire, come nella migliore tradizione, davanti al pubblico stringendo tra le mani il cuore di pezza reso rosso (vivo pulsante) dal suo sacrificio che regala la felicità ai due innamorati.
I dettagli degli oggetti nelle mani sono il mezzo con cui il regista caratterizza i personaggi: i soldi e l'arma nascosta nel bastone da passeggio per i due vilain, fiori per gli innamorati e il cuore di pezza per il povero clown perennemente incompreso.
L'uomo che prende gli schiaffi è la prima produzione della MGM, Consuelo è interpretata dall'attrice canadese Norma Shearer che divenne una delle prime dive simbolo della celebre major sposando anche il tycoon Irving Thalberg, produttore non accreditato di questa prima realizzazione.
Il leone a cui He affida la propria vendetta è Slats, il primo leone che compare nel logo della major all'epoca del cinema muto mentre tra i sessanta clown che fanno da contorno ai numeri del clown che prende gli schiaffi figura anche Bela Lugosi.
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