Gran Bretagna, Polonia 2016
con Robert Gulaczyk, Douglas Booth, Saoirse Ronan, Jerome Flynn, Helen McCrory, Chris O'Dowd, John Sessions, Eleanor Tomlinson, Aidan Turner
regia di Dorota Kobiela e Hugh Welchman
Un anno dopo il suicidio di Vincent Van Gogh il postino Roulin affida al figlio Armand una lettera del pittore da consegnare al fratello Theo, Armand accetta svolgliatamente l'incarico e parte per Parigi dove scopre che anche Theo è morto sei mesi dopo Vincent, cerca di mettersi in contatto con Johanna, la vedova di Theo e per ottenre informazioni inzia a parlare con le persone che conoscevano Vincent: da Père Tanguy che forniva all'artista il materiale per lavorare, agli abitanti di Auvers-sur-Oise dove Van Gogh trascorse l'ultimo periodo della sua vita in cura dal Dottor Gachet. Il paesino è ancora sconvolto dalla morte del pittore e anche Armand inizia a dubitare che si tratti di un suicidio...
Ultimamente al cinema italiano funzionano molto “gli eventi” film che stanno in cartellone pochi giorni, massimo tre e sono legati al mondo dell'arte, Loving Vincent è il film più visto in sala per quanto riguarda questo specifico settore e con ottimi motivi visto che traccia un nuovo confine in questo relativamente nuovo genere cinematografico. Non si tratta di un documentario ma di un vero film di finzione, un'indagine sul suicidio poco chiaro dell'artista più celebre del mondo. Il tema sarebbe di per sé interessante ma lo stile aggiunge un ulteriore novità: Loving Vincent è il primo film tutto dipinto a mano, 65000 fotogrammi dipinti da diversi artisti nello stile di Van Gogh riproducendo interamente i suoi quadri o facendo agire i personaggi (tutti ritratti da Van Gogh) nei luoghi dipinti nelle sue opere.
Diventano molti interessanti i titoli di coda costruiti come un catalogo d'arte dove accanto al quadro originale del personaggio figura la versione “vangoghizzata” dell'attore che lo interpreta, soddisfando la curiosità nato dal doppio stupore dello spettatore : prima vedere un quadro di Van Gogh animato e poi riconoscere l'attore che interpreta il personaggio ritratto.
Questi continui rimandi tra fedeltà artistica e spirito creativo tornano nella trama costruendo un giallo attorno agli ultimi giorni di vita di Van Gogh (i flash back sono realizzati in bianco e nero) utilizzando le testimonianze reali e anche il titolo è, non solo la citazione dell'ultimo saluto dell'artista al fratello ma anche la testimonianza del grande amore per l'artista che sta dietro a una pellicola così impegnativa e commovente, un'approfondimento sull'anima di un genio della pittura moderna i cui quadri sono noti al grande pubblico che soddisfa gli appassionati del maestro olandese e incuriosisce chi lo conosce più superficialmente.
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