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con Ann Todd, Ivan Desny, Norman Walland, Leslie Banks, Barbara Everest, Susan Stranks, Elizabeth Sellars, Jean Cadell, Edward Chapman, Eugene Deckers
regia di David Lean
Quando la famiglia Smith acquista una nuova casa a Glasgow, la figlia primogenita è molto contenta perché può scegliere per sé la camera da letto al pianterreno e ricevere così il fidanzato Emile L'Angelier, di nobili origini francesi ma di fatto povero, che non sarà certo facile fare accettare al severo Mr. Smith. L'uomo ha già pensato di maritare la figlia con un conoscente di pari ceto sociale, Mr.Minnoch e per un po' la ragazza riesce a barcamenarsi tra i due pretendenti ma quando L'Angelier si rifiuta di sposarla senza il consenso del padre, Madeleine gli preferisce Minnoch e chiede indietro le lettere compromettenti che rivelano la sua intimità con Emile. Il francese muore improvvisamente per un avvelenamento da arsenico e Madeleine viene accusata dell'omicidio ma le prove non sono sufficienti a dimostrare la sua colpevolezza.
Ispirato alla storia vera di Madeleine Smith protagonista di uno scandaloso processo per la morte dell'amante nella Glasgow vittoriana del 1875, il film di David Lean (che non lo amò mai molto) fu un regalo per Ann Todd, l'attrice che era appena diventata la sua terza moglie e che ci consegna la caratterizzazione di una donna molto volitiva, pronta a combattere le convenzioni sociali in nome delle proprie esigenze, un personaggio in fondo non molto dissimile da quelli che il regista inglese ha immortalato nei suoi lavori più celebri come Il ponte sul fiume Kwai o Lawrence d'Arabia.
Introdotta da una una voce off che dal presente ci trasporta nel 1875 e nel finale chiede direttamente conto alla protagonista delle sue reponsabilità, la trama è intrigante e si dipana tra il melodramma sentimentale della prima parte e il dramma giudiziario della seconda, lasciando intatto il mistero sulla colpevolezza della giovane donna.
In alcuni momenti si avverte un debito verso il cinema hitchcockiano: l'attenzione verso la tazza di cioccolata che dovrebbe essere il primo tentativo di Madeleine di avvelenare l'amante.
Il regista ci diletta con un abile gusto compositivo: profondità di campo, riflessi negli specchi, immagini deformate da globi di vetro, dettagli simbolici di mani, piedi che si toccano, chiavistelli aperti e chiusi, non manca il sapore etnografico dei balli e dei paesaggi scozzesi, tutti elementi compressi come i ninnoli della residenza degli Smith che David Lean avrà poi l'agio di sviluppare e diluire nell'imminente stagione dei kolossal a cavallo tra la fine degli anni '50 e i primi anni '60.
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