con Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Emanuel Bevilacqua, Giorgio Tirabassi, Little Tony, Alessia Fugardi, Francesca D'Aloja, Raffaele Vannoli
regia di Claudio Caligari
Ascesa e caduta di Remo Guerra, poliziotto, ben presto ex, che dalle borgate romane crea una banda che per anni terrorizza la Roma bene con violente rapine in villa.
Il secondo film dei tre diretti in oltre 30 anni da Claudio Caligari è spirato al romanzo Le notti di Arancia meccanica di Dido Sacchettoni ispirato a fatti veri di una banda di rapinatori particolarmente violenti che hanno terrorizzato Roma tra il 1979 e il 1983.
Dopo la morte del regista nel 2015 e l'uscita postuma di Non essere cattivo, anche i suoi due lavori precedenti sono stati rivalutati dato che formano una sorta di trilogia sulla vita tossica e/o violenta delle borgate romane indagando particolarmente il periodo che dai tardi anni'70 arriva agli anni '90 dell'ultimo lavoro.
L'odore della notte è forse l'opera più ambiziosa delle tre: non manca l'imprescindibile sguardo pasoliniano verso i ragazzi di borgata che possiamo riconoscere soprattutto nel personaggio di Giorgio Tirabassi, il rapinatore “che ci mette il cuore” e finisce per riciclarsi come barista del locale rilevato con i soldi delle rapine. All'eredità pasoliniana Caligari unisce una cultura cinefila internazionale che parte dal nichilismo di Pickcpocket di Robert Bresson e tramite Melville lambisce anche l'ondata di noir di Hong Kong dei tardi anni 80: quel cappotto così lungo e nero indossato da Remo ricorda gli spolverini di A Better Tomorrow, nella violenza della prima scena quando Remo, Maurizio e Roberto si trovano incastrati tra le auto dei ricconi e inseguiti dalla polizia con il lancio al rallenti dei soldi quando riescono a imboccare il raccordo vedo molto dello stile di John Woo.
Anche il noir americano è presente: Remo davanti allo specchio o che scalcia il televisore dopo aver puntato con la pistola le ballerine del balletto di Cicale di Heather Parisi richiamano Taxi Driver e l'ironia che pervade tutto il film ha un sapore tarantiniano: di culto a scena in cui Little Tony, nei panni di sé stesso, viene costretto a cantare Un cuore matto.
Non solo il noir contemporaneo è espressamente citato da Caligari ma mostra in televisione la famosa inquadratura di Assalto al treno del 1903 in cui il bandito spara direttamente alla macchina da presa (ergo allo spettatore), scena che viene ripresa nei titoli di coda con Mastandrea che spara in camera il titolo del film.
Se l'ironico gioco citazionista non fu capito all'epoca di certo L'odore della notte è stato fondamentale per Romanzo Criminale la serie: basta pensare che nel film di Caligari si vedono le nozze di Maurizio e sempre Marco Giallini nei panni del Teribbile viene ucciso mentre si svolge un matrimonio in Romanzo Criminale. Sospetto, ma dovrei controllare, che la fontana dove muore il Freddo sia la stessa dove viene trovato moribondo Remo ferito da un poliziotto.
Se Non essere cattivo ci ha confermato il talento dei due protagonisti Luca Marinelli e Alessandro Borghi, anche ne L'odore della notte Caligari ha confermato la sua capacità di scovare talenti: Mastandrea, Giallini e Tirabassi sono attualmente tra gli attori più noti e quotati del piccolo e del grande schermo
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