Night has a Thousand Eyes
USA 1948 Paramount
con Edward G. Robinson, Gail Russell, John Lund, William Demarest, Virginia Bruce, Jerome Cowan
regia di John Farrow
Il mentalista John Triton si esibisce nelle fiere in compagnia della bella assistente e fidanzata Jenny e dell'amico Whitney Courtland che accompagnando al piano l'esibizione di Triton fornisce gli indizi per risolvere gli indovinelli ma il sedicente mago inizia a sviluppare veri poteri paranormali con delle visioni che anticipano il futuro. Ad esempio vede che l'amata Jenny morirà di parto dando alla luce il loro figlio quindi per salvarla decide di andarsene. Jenny sposa Whitney che nel frattempo è diventato un magnate del petrolio seguendo un consiglio di Triton, la donna muore comunque diparto dando alla luce Jean, la figlia di Curtland. Dopo vent'anni Triton ha un altra visione relativa a Whitney e cerca di avvisarlo ma arriva troppo tardi, le sue visioni sulla giovane ereditiera in pericolo continuano e il veggente fa di tutto per salvarla, rischiando la galera e rimettendoci la vita.
Dal racconto omonimo di Cornell Woolrich un interessante thriller dalle sfumature sovrannaturali che inizia con il tentativo di suicidio di Jean Curtland salvata dal fidanzato Elliott Carson che è stato indirizzato sul luogo da Triton, ai due giovani il veggente racconta, tramite una serie di flash back, come ha scoperto il suo potere che non si è mai rivelato utile per salvare qualcuno portandolo così all'isolamento fino a quando la famiglia dei suoi vecchi amici ha incrociato di nuovo la sua strada.
John Farrow firma un noir incalzante che avvince lo spettatore: certamente Triton oppresso dal complesso di Cassandra difficilmente può essere l'assassino, più probabile puntare sul fidanzato troppo presente e forse il punto debole è di non aver dato indizi sul vero colpevole che puntava a rilevare le quote in scadenza dei pozzi petroliferi di Curtland, risoluzione del mistero un poco frettolosa ma quello che davvero funziona nel film è il senso di angoscia di Triton e il senso di oppressione del destino apparentemente ineluttabile di Jean Courtland.
Commenti