Italia 1952
con Alberto Sordi, Brunella Bovo, Leopoldo Trieste, Giulietta Masina, Lilia Landi, Ernesto Almirante, Fanny Marchiò, Gina Mascetti, Enzo Maggio, Ugo Attanasio
regia di Federico Fellini
Ivan e Wanda arrivano a Roma in viaggio di nozze: lui ha organizzato il soggiorno nei minimi particolari e in funzione dell'incontro con lo zio che ha contatti in Vaticano utili per la sua futura carriera ma la sposina ha solo un desiderio, incontrare lo Sceicco Bianco, il suo eroe preferito dei fotoromanzi a cui ha scritto tre volte. Wanda pensa di sfuggire al ferreo programma del marito per poco tempo e incontrare velocemente il suo mito ma finisce sul lido di Ostia con un piccolo ruolo di comparsa e una cocente delusione riguardo lo Sceicco, Ivan passerà un'intera giornata cercando di giustificare l'assenza della moglie con i parenti invadenti. Dopo una notte terribile i due si ritroveranno e riusciranno a partecipare all'udienza papale.
Il primo film interamente diretto da Federico Fellini che due anno prima aveva codiretto Luci del varietà con Alberto Lattuada. Il regista smonta dall'interno il meccanismo del neorealismo rosa, la svolta sentimentale del cinema realista della fine degli anni '40, aggiungendovi gli elementi fantastici e grotteschi che diventeranno la sua cifra stilistica: l'apparizione dello Sceicco Bianco che dondola su un'altalena sospesa sulla boscaglia del lido ha qualcosa di mitico, una divinità che si materializza incantando definitivamente l'ingenua Wanda che arriva a credere che la moglie dello sceicco lo abbia costretto al matrimonio con un filtro magico strappandolo dalle braccia dell'amata Milena a un passo delle nozze e facendo sparire nel nulla la rivale.
Abbandonata dalla comitiva di artisti, Wanda viene sorpresa dall'apparizione del cammello che introduce il mondo magico della notte romana con i suoi pericoli: il Mambroni che fino all'ultimo tenta di sedurla dopo averla riaccompagnata davanti all'albergo, la mancanza di coraggio di rientrare nell'hotel vestita da bajadera, il patetico tentativo di suicidio nel punto più basso del Tevere. Anche a Ivan la notte riserva delle sorprese dopo la giornata trascorsa a tranquillizzare i parenti e mentre piange avvilito sul bordo di una fontana attira l'attenzione di due prostitute di buon cuore, una è Cabiria interpretata da Giulietta Masina, dallo sviluppo di questo cameo nascerà poi il film Le Notti di Cabiria.
Ritrovatisi all'ospedale dove Wanda è stata ricoverata dopo il tentato suicidio, i due riusciranno a partecipare all'udienza papale per la felicità dello zio e ritornare sui binari di un'esistenza tranquilla, sotto lo sguardo sconsolato di una statua del colonnato di San Pietro che pure ne avrà viste di peggiori rispetto alla disavventura dei due giovani provinciali messi alla berlina da Fellini con uno sguardo bonario e giocoso: i passaggi sono quelli di una favola con il lieto fine di prammatica e la scoperta da parte di Wanda che il suo Sceicco Bianco in fondo è Ivan, il marito. La musichetta da circo di Nino Rota, le corse e le gag da film muto, con gli stupiti sguardi in macchina di Leopoldo Trieste sono la riprova dello sguardo affettuoso che il regista ha per i suoi sprovveduti protagonisti.
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