Italia, 1972
con Graham Faulkner, Judi Bowker, Lee Montague, Valentina Cortese, Michael Feast, Alec Guinness, John Sharp, Kenneth Cranham, Adolfo Celi
regia di Franco Zeffirelli
La vita di Francesco d'Assisi: il viziato giovane di buona famiglia, versato per gli affari, torna dalla guerra contro Perugia toccato nell'anima e decide di vivere in povertà rinnegando la ricchezza paterna. Il suo esempio fa rapidamente presa sugli amici e sui poveri di Assisi, un attacco alla chiesa di San Damiano porta alla morte di un frate e Francesco, sconvolto, decide di chiedere udienza al Papa senza rendersi conto di rischiare la scomunica e l'eresia ma la purezza del suo intento tocca anche Innocenzo III.
Fratello sole, sorella luna è un classico esempio della produzione di Franco Zeffirelli che mostra l'innegabile talento del regista nella costruzione visiva mentre è molto più discutibile la presenza di un messaggio che superi o equipari la magnificenza formale.
Il film che rievoca la prima parte della vita del Poverello d'Assisi è inappuntabile per la fedele ricostruzione storica: chiese ed edifici sono attentamente scelte in stile romanico, alcune scene d'insieme ricordano le scene di genere dei quadri fiamminghi, quando Innocenzo III si alza dal trono, l'attenzione sul gioco decorativo del marmo crea l'effetto di una divinità che scenda sulla Terra senza contatto con il suolo.
Ricordiamo che il film è una coproduzione inglese e l'importanza del rigore storico a discapito di un senso più profondo è un classico marchio delle produzioni inglesi che si è andato sempre più affermando negli ultimi decenni, del resto pensando a cosa sono, da un puntodi vista contenutistico, certe fiction Rai a sfondo religioso, teniamoci care opere come questa o il Gesù di Nazareth televisivo.
Se l'immersione insistita nella natura poteva sembrare zuccherina, a meno di cinquant'anni dalla realizzazione del film diventa un documento prezioso di un paesaggio umbro-toscano che stiamo irrimediabilmente perdendo.
Il Francesco di Zeffirelli risente dello spirito di contestazione del 1968: rifiuto della guerra e della ricchezza per vivere una fratellanza tra gli uomini, in armonia con la natura: forse con tutti i suoi limiti il regista e le sceneggiatrici Lina Wertmuller e Suso Cecchi d'Amico propongono una rilettura della figura di San Francesco ben contestualizzata.
Anche la celeberrima colonna sonora di Riz Ortolani con tre pezzi cantati da Claudio Baglioni, deve la sua notorietà all'apertura del Concilio Vaticano II che portò alla creazione della cosiddetta “messa beat” dove la musica giovanile era uno strumento per avvicinare i giovani alla chiesa.
Con tutti i suoi limiti, quindi, il film è una testimonianza storica anche del periodo in cui fu realizzato, non solo una ricostruzione del medioevo.
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