Chiude domenica 21 gennaio la mostra che Palazzo Rovella, a Rovigo, dedica alle Secessioni Europee, indagando in particolare le esperienze di Monaco, Vienna Praga e Roma.
Monaco è la prima città dove lo spirito innovativo dei giovani artisti si ribella alla vecchia concezione dell'arte e nel 1893 organizza una sua esposizione in contrasto con l'associazione ufficiale degli artisti monacensi; animatore del movimento è Franz von Stuck, simbolista di cui sono esposte diverse opere, anche bronzi, tra cui spiccano Lucifero con i bozzetti preparatori e una Medusa. Peccato la presenza di un solo disegno dell'attrice Tilla Durieux che non rappresenta esaurientemente il ruolo della modella della celebre Circe.
La Secessione Viennese è sicuramente la più nota delle esperienze mitteleuropee secessioniste perché identificata come l'espressione austriaca dell'art nouveau soprattutto per la sua filosofia d'investire tutti gli aspetti dell'arte e in mostra è l'unica sezione a presentare oggetti di design, soprattutto dell'immancabile Josef Hoffmann, le diverse opere di Gustav Klimt, dai manifesti (uno presente anche alla mostra sul Liberty di Trieste) ai dipinti, sono l'attrazione principale dell'esposizione che rivela anche delle sorprese come un dipinto di Koloman Moser, Venus in der Felsgrotte, di cui è più nota l'opera grafica con degli ottimi esempi in mostra, tra cui una copertina di Ver Sacrum. Un nucleo di opere di Josef Maria Auchentaller, rivelano, soprattutto negli smalti per fibbia, portapillole e portasigarette, il più squisito gusto art nouveau.
Se lo spirito secessionista si espande nell'Europa d'inizio novecento attraverso gli scambi e contatti tra le diversi correnti secessioniste, la mostra di Rovigo cerca di indagare gli aspetti peculiari di ogni nazione, così della Secessione Praghese mette in luce i caratteri mistici legati alla tradizione occultista della capitale ceca: La messa di Astarte di Josef Vachal, Vampiro di František Kobliha, Evocazione di Rudolf Adámek, Fiamma Nera (Salomè) di Jan Konůpek, sono acune delle diverse opere che già dal titolo indicano i percorsi prediletti della Secessione Praghese.
La Secessione Romana (1912-1917) raccoglie le avanguardie artistiche che non si riconoscono nell'esperienza futurista, il manifesto è di Balla che ha già abbandonato la corrente fondata da Marinetti, in mostra troviamo la visione orientale di Galileo Chini, gli afflati simbolisti della Santa Lucia di Giulio Bargellini, il divisionismo di Nomellini nel ritratto di Grazia Deledda; io ho trovato incantevole Preludio lunare - Ricordo di viaggio di Mario Reviglione e la scultura Idolo di Attilio Selva.
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