Italia 1942 Cines
con Amedeo Nazzari, Oscar Valenti, Clara Calamai, Memo Benassi, Alfredo Varelli, Valentina Cortese, Elisa Cegani, Luisa Ferida, Lauro Gazzolo, Piero Carnabuci
regia di Alessandro Blasetti
Nella Firenze rinascimentale Giannetto Malespini è da sempre vittima delle angherie dei fratelli Chiaramantesi, finchè sotto l'egida del Tornaquinci, suo amico e protettore decide di vendicarsi facendo allontanare Gabriello e facendo passare Neri per pazzo. L'uomo incantenato nelle segrete del palazzo di Tornaquinci viene torturato e costretto a subire le rivalse di tutte le persone che ha perseguitato ma Lisabetta, da sempre innamorata di lui lo convince ad assecondare i suoi aguzzini per essere liberato. Giannetto, compreso l'inganno chiede ancora una volta la pace a Neri ma dopo l'ennesimo rifiuto gli fa credere che si troverà a casa di Ginevra di cui è innamorato anche Gabriello Chiaramentesi ed è proprio il fratello a morire sotto i colpi di Neri convinto di uccidere Giannetto: incapace di affrontare l'ultima beffa Neri impazzisce veramente.
Uno dei più celebri film del periodo bellico, noto per il primo seno nudo ufficiale della storia del cinema italiano e la celebre battuta di Neri Chiaramantesi “chi non beve con me peste lo colga”.
La pellicola venne realizzata subito dopo La Corona di Ferro riadattando costumi e scenografie per ricostruire una Firenze medicea ricca in ornamenti ma fosca, piena di ombre di gusto espressionista che si riflettono sui volti, anticipatrice nelle segrete e nelle camere di tortura della futura stagione gotica italiana.
Pur essendo film di pura evasione, La Corona di Ferro sembrava contenere un monito verso la dittatura fascista mentre La cena delle beffe sembra prevedere il finale tragico della guerra civile: la ribellione di chi ha sempre subito mille angherie da parte del più forte che anche nella ritorsione continua a riproporre una pacificazione che negata definitivamente sfocia nella vendetta sanguinaria ed è davvero toccante la scena finale con Giannetto che si porta le mani al volto disperato, conscio tropp o tardi della portata della sua beffa, anche pensando al destino che sarebbe toccato all'interprete Oscar Valenti che avrebbe pagato con la fucilazione assieme alla compagna (innocente) Luisa Ferida l'adesione alla repubblica di Salò e alla Decima Mas.
Quando il film fu rieditato nel 1946 il suo nome fu cancellato dai cartelloni, pratica ipocrita tornata che è tornata improvvisamente di moda per uno dei cinepanettoni attualmente in uscita.
Colpisce il forte legame omoerotico che unisce i tre protagonisti maschili: indissolubile il rapporto tra di due fratelli Chiarmantesi la cui forza e baldanza da sempre ammirata da Giannetto lo trasforma in un succube delle loro beffe che subisce da sempre in silenzio pur di avere la loro accettazione fino a quando l'esasperazione lo porta alla vendetta.
Fascinoso nella sua doppia natura Oscar Valenti, bellissima Clara Calamai che oltre alla famigerata scena a seno nudo recita diverse scene coperta solo da una veste da camera trasparente che non lascia nulla all'immaginazione e nel vederla così bionda e raffinata si capisce lo sconcerto che dovette provare il pubblico nel vederla negli abiti tristemente realistici di Ossessione.
Su tutti domina però Amedo Nazzari, aitante e amabile anche nella sua crudeltà, davvero una star da esportazione hollywoodiana e l'accento sardo non è poi così terribile come è diventato nella leggenda e nelle parodie.
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