con Maria Denis, Clara Calamai, Adriano Rimoldi, Carlo Campanini, Carlo Minello, Bianca Della Corte
regia di Ferdinando Maria Poggioli
Torino 1910: Mario, studente in medicina fa di tutto per conquistare la sartina Dorina, andando ad abitare anche nella stanza affittata dalla povera famiglia della ragazza. Seguono due anni di amore felice fino a quando Mario, salvando una persona che sta annegando nel Po, attira l'attenzione di Elena, una ricca mantenuta che gli si offre. Il ragazzo non sa resistere all'”avventura elegante” e finisce con rompere con Dorina. I due innamorati si rivedranno solo dopo la laurea di Mario per un ultimo addio.
Quarta versione cinematografica -e l'unica sonora- dell'omonima commedia teatrale scritta nel 1911 da Sandro Camasio e Nino Oxilia.
Il regista Ferdinando Maria Poggioli riscrive la sceneggiatura con Salvator Gotta e Giacomo De Benedetti (non accreditato in virtù delle leggi razziali) ampliando il tema della maliarda che seduce il giovane rovinando un amore pulito e trasforma la pellicola in una perfetta ricostruzione d'epoca della Torino d'inizio secolo con la vita goliardica degli studenti sempre a caccia di una bella sartina, affidando un tocco comico alla figura di Leone (Carlo Campanini) impacciato studente fuori corso, vittima delle burle de compagni e confidente di Mario.
Un film leggero dove colpisce, in cauda venenum, la denuncia sociale: nonostante Dorina si umilii nel supplicare la vamp di lasciarle l'amato, nel finale scopriamo che quello della sartina era comunque un amore a tempo, destinato a finire con la laurea di Mario che se ne torna al paese a fare probabilmente il medico condotto, non certo una grande carriera ma le barriere sociali gli impedirebbero comunque di sposare un'umile sartina che resta solo il ricordo degli anni spensierati di gioventù.
Un'aura di malinconica predestinazione avvolge la commedia fin dall'esordio visto che i due autori morirono giovanissimi nella Prima Guerra Mondiale; Poggioli, classe 1897 ha l'età giusta per venare di malinconia della passata gioventù il suo film ma Addio Giovinezza! aquisisce un ulteriore senso di drammatica predestinazione essendo uscito nelle sale nel dicembre del 1940, nel primo anno della Seconda Guerra Mondiale che cambierà inesorabilmente le sorti e i costumi italiani.
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