Francia 1960
con Pierre Brasseur, Alida Valli, Edith Scob, François Guerin, Alexandre Rignault, Béatrice Altariba, Juliette Mayniel
regia di Georges Franju
Il professor Génessier è un luminare della medicina noto per i suoi studi sul trapianto dei tessuti. Il centro dei suoi studi non è però la sua rinomata clinica ma il laboratorio nei sotterranei della sua villa dove compie esperimenti sui cani e strappa i volti di ignare fanciulle per restituire il viso alla figlia Christiane, deturpata da un incidente d'auto causato dal padre. Sarà proprio la figlia a mettere fine alla catena di orrori perpetrati dal padre.
Vedendo Occhi senza volto mi è tornato in mente il saggio sul cinema fantastico francese che arricchiva l'edizione in dvd de Les Visiteurs du soir dove si sosteneva che, per la significativa impronta iniziale lasciata da Georges Méliès, il cinema francese è più votato al risvolto fantastico che a quello horror e in fondo lo dimostra anche Les yeux sans visage, che pure fu uno dei film più gore della cinematografia francese che creò molto sconcerto all'uscita in sala per la messa in scena piuttosto cruda dell'espianto della pelle del viso.
Erano gli anni dei grandi successi inglesi della Hammer Film e il produttore francese Jules Borkon voleva risollevare le sorti del genere in Francia con Les Yeux sans visage.
Nonostante queste premesse che giustificano gli aspetti truculenti, la pellicola non insiste molto sul classico tema dello scienziato pazzo di cui il professor Génessier poteva offrire un'ennesima interessante declinazione: l'affetto verso i pazienti, il sorriso di scherno quando coglie la madre della bambina nascondere l'anello per fingersi povera e non pagare.
Il film si concentra invece sull'evoluzione del personaggio di Christiane che da cavia umana degli esperimenti del padre, come lei stessa si definisce, si trasforma nella vendicatrice delle vittime sacrificate in suo nome, uccidendo la povera Louise, segretaria factotum del padre che è disposta ad aiutarlo nel suo delirio per riconoscenza verso un intervento riuscito che le ha ridato la bellezza. Christiane libera anche i cani che si avventano sul professor Génessier sbranandolo e poi si allontana nel bosco, proprio come un essere fantastico che ha ristabilito l'ordine che la polizia e Jacques, il suo fidanzato, non erano riusciti a riportare nonostante il piano escogitato per incastrare il professore e che era miseramente fallito.
Per nulla apprezzato all'uscita in sala il film è stato rivalutato con tempo ed è diventato un caposaldo del genere: la maschera che Christiane indossa per proteggere il viso deturpato è stata d'ispirazione per diverse pellicole da Halloween a La pelle che abito di Almodovar, passando ovviamente per Face/Off di John Woo a cui è particolarmente congeniale anche la scena della liberazione delle colombe da parte di Christiane prima di smarrirsi nel bosco.
Anche la canzone di Billy Idol, Les Yeux sans visage è un tributo al film.
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