USA 1935 MGM
con Peter Lorre, Frances Drake, Colin Clive, Ted Healy, Edgar Brophy
regia di Karl Freund
Gogol chirurgo geniale, è ossessionato da Yvonne, attrice di uno spettacolo Grand Guignol. Quando le rivela il suo amore scopre che la donna è sposata a un pianista che sta tornando da una tournèe. Il treno su cui viaggia l'uomo deraglia poco prima di entrare a Parigi e Stephen Orlac si ritrova con le mani maciullate. Yvonne si rivolge al dottor Gogol perché le mani del marito non vengano amputate e il chirurgo trapianta gli arti di un assassino appena ghigliottinato al pianista inconsapevole. Durante la lunga riabilitazione Orlac sembra aver perso il suo talento al pianoforte sviluppando un'insana passione per i coltelli, arma prediletta dall'omicida Rollo, e Gogol decide di sfruttare la situazione a su vantaggio per sedurre Yvonne: farà in mondo che il pianista si accusi dell'omicidio del patrigno..
La più riuscita delle tante versioni filmiche del romazo di Maurice Reanrd, la storia delle mani dell'assassino trapiantate che vivono di vita propria conservando gli istinti omicidi del corpo originario.
La prima versione, Orlacs Hände, è del 1925 firmata dal maestro del cinema espressionista Robert Wiene; anche Karl Freund ha origini tedesche: fu l'operatore di Metropolis e lasciò la Germania all'avvento del nazismo.
In America Freund si cimenta come regista in una decina di film lasciandoci il capolavoro horror La Mummia con Boris Karloff; Amore Folle fu la sua ultima regia cinematografica dove ripropone la lezione espressionista nei giochi di ombre e negli ambienti gotici: Parigi non è mai stata così lugubre come in questa pellicola.
Protagonista del film è Peter Lorre al primo film americano: la testa calva, gli occhi sgranati che sanno prendere anche una luce crudele quando rivelano gli istinti sadici del suo animo: imperdibile la scena della condanna a morte per ghigliottina di Rollo, tutta fuori inquadratura ma leggibilissima sul volto del chirurgo che è solito non perdersi mai una condanna capitale.
Anche il suo amore per la bella Yvonne si sviluppa vedendola protagonista di uno spettacolo macabro dove la donna viene sottoposta a torture.
Tutta la vicenda ruota attorno al tema del doppio: la doppia personalità di Gogol che oscilla tra l'estrema tenerezza per i pazienti e il sadismo, Yvonne e la statua di cera che la rappresenta e che Gogol ha acquistato alla fine dello spettacolo sognando di portarla in vita come Galatea, le personalità Orlac e Rollo fuse insieme dall'intevento chirurgico.
Se è chiara la derivazione di Darth Vater da Metropolis (a cui Freund, come abbiamo già detto, partecipò attivamente) anche il mostruoso abbigliamento a cui Gogol ricorre per far impazzire Orlac trova dei rimandi nel cattivo di Star Wars: le mani metalliche, il sostegno per la testa ricucita da Gogol dopo esser stata spiccata dal collo dell'assassino.
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