GB 1971
con Vincent Price, Joseph Cotten, Peter Jeffrey, Virginia North, Terry Thomas, Sean Bury
regia di Robert Fuest
Londra, 1925: una serie di strani omicidi coinvolge l'equipe medica che ha collaborato con il dottor Vesalius per l'intervento finito male di Victoria Regina Phibes, la moglie del celebre organista Anton Phibes che è morto in un incidente automobilistico cercando di raggiungere il capezzale dell'amata. L'ispettore Harry Trout scopre che gli omicidi s'ispirano alle 10 piaghe d'Egitto e che la tomba di Anton Phibes è vuota: riuscirà a fermarlo prima che porti a termine la sua vendetta?
Celebre horror, memorabile soprattutto nell'impianto visivo che mescola ambientazioni liberty e art deco a vivaci colori pop, gli abiti estrosi di Vulvania e Phibes agli indumenti retrò del resto del cast: basta averlo visto una volta per fissarsi nella memoria l'organo ascendente suonato da Vincent Price, in una delle sue prove più memorabili sorretta dalla sua autoironia: persino l'impassibile Vulnavia non può evitare di sgranare gli occhi quando lo vede sorseggiare champagne direttamente dalla carotide!
La trama è ovviamente poco credibile ma l'inventiva di Phibes e il ritmo del film non permettono di porsi domande del resto il senso di surrealtà è dato dalle lunghe sequenze iniziali mute: Phibes parla solo dopo mezz'ora dall'inizio della pellicola che dura poco più di 90 minuti. Al suo sacrale silenzio fa da contrasto lo sbigottimento di Scotland Yard che non sa gestire l'insolito caso e reagisce con l'isteria al rischio che la stampa scopra l'assurdo filo che lega gli omicidi.
In questo strano mix di ironia e grand guignol non si può non provare pena per L'abominevole dottor Phibes: nonostante giochi con il caricaturale, Vincent Price riesce a farci arrivare la solitudine e la follia amorosa che permeano il mostruoso protagonista toccandoci il cuore.
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