USA 1952, Universal
con Richard Greene, Boris Karloff, Stephen McNally, Paula Corday, Lon Chaney Jr.
regia di Nathan Juran
Il baronetto inglese Ronald Burton, con la falsa identità di Richard Beckett, si reca ospite presso il conte Karl von Bruno: il suo vero scopo è a indagare sulla scomparsa di due suoi cari amici molto probabilmente uccisi dal conte per vendetta. Giunto al castello Burton s'innamora ricambiato della moglie del conte, la bella e mite contessa Elga von Bruno, forzata al matrimonio dal perfido consorte. Quando il conte scopre la verà identità di Burton non sarà per nulla facile ai due amanti sfuggire alle sue ire mortali..
Più che un horror, Il mistero del castello nero è un melodramma amoroso a tinte fosche: i due innamorati seguendo l'esempio di Giulietta e Romeo, bevono la famigerata droga che rallenta i battiti fino a simulare la morte ma il dottor Meissen che ha proposto loro l'espediente non ha abbastanza coraggio per resistere alla crudeltà del conte e rivela a von Bruno l'arcano rischiando che i due finiscano sepolti vivi e l'unico vero momento di tensione del film è proprio il montaggio alternato del conte che scende nella cripta mentre Burton si sta risvegliando.
Il dottor Meissen è interpretato da Boris Karloff, sfruttato piuttosto male nel film, destino peggiore tocca a Lon Chaney Jr: il suo Gargon, servitore mostruoso di von Bruno, ha un ruolo marginale, per i cultori resta solo il piacere di vedere l'attore truccato sul modello del trasformismo del celebre padre.
Fatti presenti tutti i difetti della pellicola, devo dire che sono rimasta piuttosto sorpresa dall'accuratezza della messa in scena:la ricostruzione del settecento viennese è piuttosto precisa; anche la scenografia del castello è molto ricca, strapiena di grate, prigioni e passaggi segreti: addirittura una fossa con coccodrilli vivi che i due amanti attraversano su un cornicione con un gioco di luci e suoni che ricorda la scena in piscina de Il bacio della pantera (animale oggetto della caccia di von Bruno, con cui combatte corpo a corpo Burton). L'esordiente regista austriaco Nathan Juran dimostra un certo talento wellesiano anche nella composizione dell'immagine, nell'uso dei soffitti e nel bianco e nero fortemente contrastato: tutto sommato Il mistero del castello nero non è un film così disastroso come lo descrivono i dizionari di cinema e può soddisfare almeno la curiosità dei patiti del genere.
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