con Ugo Tognazzi, Georges Wilson, Stefania Sandrelli, Gianrico Tedeschi, Gianni Agus, Renzo Palmer, Elsa Vazzoler
regia di Luciano Salce
Roma 1944, mentre i partigiani nascosti in convento aspettano l'arrivo degli alleati programmando il nuovo governo, il fanatico fascista Primo Arcovazzi spera ancora di diventare un federale e finalmente gli viene affidata la grande occasione: riportare a Roma il il professor Erminio Bonafè, leader degli antifascisti che si è rifugiato nella casa di famiglia in Abruzzo proprio dopo esser sfuggito a un rastrellamento guidato da Arcovazzi che non l'ha riconosciuto..
Un road movie suis generis attraverso le macerie di un'Italia distrutta dalla guerra vista attraverso gli occhi di un fascista fanatico fino alla stupidità e un professore mite e bonario che tenta di farlo ragionare mettendolo di fronte all'evidenza dei fatti: anche i tedeschi non si rivelano alleati affidabili e invece di aiutare Arcovazzi nella sua missione, gli requisiscono il mezzo e addirittura lo imprigionano insieme al professore!. Sfuggito ai tedeschi grazie all'ingegno di Bonafè (mite sì, ma non stupido) il camerata si vede costretto a dimostrare la sua fede fascista a due giovani avanguardisti che gestiscono una casa del fascio: va da sè che sarà Bonafè a suggerire le risposte esatte sulla storia del regime: come sempre gli esaltati non conoscono i fatti ma vivono di mitologie.
L'incrollabile fede di Arcovazzi non vacilla neppure quando decide di far visita al suo mentore il poeta Arcangelo Bardacci: la moglie e la figlia lo dicono morto da eroe in realtà Bardacci se ne sta nascosto in soffitta per paura di ritorsioni: l'eminente professore di mistica fascista ha già subdorato che il vento è cambiato ed è corso ai ripari.
Nel loro girovagare Bonafè ed Arcovazzi incontrano più volte Lisa, una giovanissima ladruncola che incarna l'arte d'arrangiarsi degli italiani: la prima volta rivende a Bonafè gli occhiali che ha perduto dopo averglieli ritrovati, l'ultima volta vende ad Arcovazzi una magnifica divisa da federale con cui il fascista il suo ingresso in una Roma ormai liberata dagli americani e finisce per essere linciato dal popolino, solo il decisivo del professore gli salverà la vita.
Il federale è uno dei capisaldi della commedia all'italiana, per la sua capacità di raccontare il qualunquismo degli italiani esaltato dal contrasto con il cieco fanatismo di Arcovazzi, una figura che sta tornando prepotentemente attuale in questi tempi in cui il convincimento politico si basa sulla ripetizione a pappagallo di slogan e messaggi insensati più dei versi in rima baciata del poeta Bardacci. Temo quasi che l'ottusa caparbietà di Arcovazzi possa venir scambiata per cieca determinazione e far diventare una figura oggettivamente ridicola un personaggio eroico: del resto viviamo strani tempi in cui molte cose date per assodate vengono revisionate anche in settori ben più rigorosi della critica cinematografica.
Notevole il cast: superbo Tognazzi che con questa prova conferma la sua validità di attore, la Sandrelli è al suo secondo film e si fa notare per la bellezza e l'energia sbarazzina sottolineata dal doppiaggio di Maria Pia Casilio. Il regista Luciano Salce si ritaglia il cameo dell'ufficiale tedesco che requisisce il sidecar.
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