USA 1947 MGM
con Robert Montgomery, Audrey Totter, Lloyd Nolan, Tom Tully, Leon Ames
regia di Robert Montgomery
Philip Marlowe decide di darsi alla letteratura e scrive un racconto ispirato a uno dei suoi casi ma Adrienne Fromsett, la direttrice della casa editrice che lo contatta, in realtà vuole affidargli un caso: scoprire dov'è finita la moglie del magnate Kingsby di cui Adrienne è l'amante. Chrystal Kingsby manca da casa da più di un mese, probabilmente è in compagnia di Chris Lavery, un play boy che presto viene trovato morto. Marlowe scopre che tutto ruota attorno a Mildred Havelend, donna dalle molte identità ex amante di Lavery e del tenente di polizia DeGarmot..
Una donna del lago è famoso per essere girato tutto in soggettiva, il film segna anche il debutto dietro la macchina da presa dell'attore Robert Montgomery che interpreta il personaggio di Marlowe con cui si identifica lo spettatore per tutto il film, come sottolineato dalla locandina: "voi e Marlowe risolverete insieme l'omicidio.."
L'attore/regista compare in scena pochissime volte solo riflesso in uno specchio, le uniche occasioni in cui può vedersi in prima persona.
Purtroppo il film si rivela piuttosto pesante da seguire non tanto per l'effetto straniante dell'eterno sguardo in camera degli altri protagonisti ma soprattutto perché, come molti film su Marlowe, i casi sono molto intricati (pensiamo a Il Grande Sonno) e hanno bisogno di lunghe spiegazioni, magari attraverso dialoghi molto lunghi che rendono molto statiche le scene rese ancor più noiose da una composizione molto elementare con la ripresa frontale e centrale del soggetto.
Il fatto che manchi la possibilità di vedere le reazioni sul volto di Marlowe non permette l'empatia con il protagonista e rende ancora più complicato seguire la trama arzigogolata.
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