L'astronave Covenant ha la missione di trasportare un carico di embrioni per colonizzare un pianeta lontano: mentre l'equipaggio dorme un sonno criogenico, l'astronave è guidata dall'androide Walter. L'impatto con una tempesta di neutrini costringe l'equipaggio a un brusco risveglio che porta alla morte del capitano Branson. L'astronave decide quindi di riparare in un pianeta vicino che sembra ideale per ospitare la vita, qui troveranno l'androide David unico sopravvissuto dell'astronave Prometheus..
Sinceramente non sono particolarmente delusa dal secondo prequel di Alien: vedo queste nuove trilogie che crescono attorno ai classici della fantascienza con occhio disilluso: non mi aspetto capolavori o sconvolgenti chiose alle opere precedenti e mi godo quanto di buono può offrire lo spettacolo.
Come per Prometheus non mi ha intrigato molto il lato filosofico della trama, mentre apprezzo gli agganci alla tradizione cinefila: in questo secondo capitolo, come Lucas ci ha insegnato, la vittoria spetta al cattivo che verrà definitivamente sconfitto nell'ultimo episodio. Ridley Scott segue alla lettera il diktat ed entra subito in medias res: le morti e gli attacchi dei neomorfi non si fanno aspettare.
Ribadisco peccato le lungaggini filosofiche tra androide buono e androide cattivo, la pellicola avrebbe guadagnato in compattezza seguendo i classici horror e sci-fi che cita: l'astronave che arriva su un pianeta sconosciuto dove si trovano i resti e i sopravvissuti di un'altra nave spaziale rimandano a Il Pianeta proibito, rappresentare il luogo dove vive David come L'isola dei Morti di Böcklin riletto da Giger è un chiaro rimando gotico e l'isola apparentemente ospitante ma governata da un pazzo è l'idea di base de La pericolosa partita.
Ridley Scott nobilita il prequel di Alien non solo rileggendo sé stesso ma anche i classici del genere e che Alien Covenant sia un film tutto volto al passato lo dimostra il flash back iniziale dove David apre l'occhio e discute con il suo creatore tra capolavori dell'arte moderna compresa la meravigliosa sedia trono di Bugatti
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