Chiude oggi la mostra monografica che Ca' Pesaro dedica all'impressionista americano William Merritt Chase (1º novembre 1849 – 25 ottobre 1916) legato alla città di Venezia da alcuni soggiorni sia negli anni giovanili di formazione che in quelli maturi, in cui accompagna gli allievi dei suoi corsi di pittura. L'attività d'insegnante di Chase è stata molto importante e tra i suoi allievi si annoverano tra gli altri, Georgia O'Keeffe ed Edward Hopper.
La mostra prende il via dalle prime esperienze pittoriche dell'artista, poi l'indagine sull'attività artistica di Chase si svolge analizzando le tematiche principali delle sue opere.
Tra le nature morte del primo soggiorno veneziano, ispirate ai bodegon spagnoli, si segnala A Fishmarket in Venice del 1878 rimaneggiata nel 1889 dal pittore che elimina il pescatore e rinomina il dipinto The Yield of the Waters, della prima versione del quadro si può vedere una piccola riproduzione fotografica nella didascalia introduttiva alla sezione.
Dopo il primo viaggio europeo Chase torna a New York e acquista uno studio al Tenth Street Studio Building, che diventa punto d'incontro per numerosi artisti e nella seconda sezione della mostra possiamo vedere la rappresentazione pittorica del celebre studio in cui colpisce l'enorme cigno appeso alla parete.
La fine dell'Ottocento segna la scoperta del Giapponismo sulle due coste dell'Atlantico e un pittore alla moda come Chase non si esime dai ritratti in kimono: A Comfortable Corner introduce al tema portante della pittura di Chase: il ritratto femminile. Il pittore sa sottolineare l'importanza che la figura della donna acquisisce nella società ritraendo le sue importanti committenti in pose che nei secoli passati erano riservate a dignitari e condottieri richiamandosi ancora alla pittura olandese e fiamminga come nel notevole ritratto di Lydia Filed Emmet (1892).
Questo nucleo è quello che più mi ha colpito per l'originalità del punto di vista dell'artista che ottiene buoni risultati anche nelle opere dedicate alla vita domestica della sua famiglia con particolare attenzione ai giochi dei figli e Hide and Seek (Nascondino) del 1888 è l'opera che più mi ha intrigato in questa sezione.
Ci si sposta poi ad indagare la pittura en plein air di William Merritt Chase che risponde alle esigenze della nuova vita moderna newyorkese e alle istanze impressioniste conosciute in Europa dal pittore che trasforma la sua residenza estiva di Shinnecock Hills nei pressi di Long Island, in una delle prime scuole americane di pittura all'aperto.
Nella penultima sezione si torna ad analizzare le nature morte in cui il pittore rivela sempre la sua passione per la scuola fiamminga e tra le opere esposte si fa ricordare The Big Brass Bowl del 1889 dove il vaso d'ottone diventa un motivo per esercitare la perizia pittorica nei gioco di riflessi e di deformazioni.
La mostra si chiude con il tributo a Venezia e Firenze, città in cui Chase torna da pittore affermato (a Fiesole comprerà anche una villa) e l'attenzione della sala converge tutta sul bellissimo Balcone veneziano del 1913.
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