L'americana Maureen vive a Parigi ed è la personal shopper di un'esponente del jet set ma il vero motivo per cui la ragazza abita nella capitale francese è che lì è morto il gemello Lewis con cui vorrebbe mettersi in contatto ancora una volta, date le loro capacità medianiche.
Un film magmatico che offre molti spunti di riflessione, la prima cosa a colpirmi è stato il netto contrasto tra la tangibilità degli oggetti, abiti e gioielli lussuosi delle più celebri griffe di moda in contrasto con l'intangibilità dei rapporti umani: a parte la fidanzata del fratello, Maureen ha rapporti quasi esclusivamente via mail, chat o skype con la datrice di lavoro, il fidanzato in Oman, lo stalker che si rivelerà (forse) un assassino.
Tutte queste figure hanno la medesima inconsistenza corporea del fantasma del fratello ed è un fenomeno sempre più diffuso nella nostra società, una smaterializzazione dell'altro che sembra cancellare le differenze tra vivi e morti: chissà se sarà un male? Assisteremo di nuovo a un fiorire dello spiritismo come alla fine del XIX secolo, alla crisi del positivismo? A quel periodo storico il film allude con la ricostruzione delle sedute spiritiche di Victor Hugo e facendo ricorso alla pittura di Hilma af Klint, pittrice che ha anticipato la pittura astratta ritenendo di disegnare sotto l'influenza degli spiriti.
Assayas smaterializza anche i generi cinematografici giocando con la ghost story e il thriller eliminando però la soluzione del mistero: non avremo mai la certezza di sapere se lo stalker e l'assassino sono la stessa persona e se il fantasma di Lewis alla fine contatta la sorella, perché tutto questo bellissimo gioco cinematografico ruota attorno all'incompiutezza della protagonista, una persona in lutto che sta aspettando un segno per proseguire con la propria vita ma come diceva John Lennon, la vita è quello che ti accade mentre sei impegnato a fare altro, e così mentre Maureen vuole solo un segno del fratello, rischia per passare per un'assassina e soprattutto le passano tra le mani gli oggetti più ambiti per cui tutti (in teoria) faremmo follie, anche Maureen è tentata da questi abiti lussuosi ma principalmente perché Keyra le ha proibito di indossarli: metterli diventa di nuovo una sfida con sé stessa, un altro modo di vivificare quella completezza perduta con la morte del gemello.
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